Un Masterplan arriva a cavallo di un caval per le antiche scuderie della Cavallerizza Reale della città. E se dalle intenzioni si passerà ai fatti, così come sono stati presentati, senza deroghe, improvvisi trotti, o salti fuori dal dressage, dovrebbe essere un buon avvio per riutilizzare un importante bene pubblico. A scalciare, a non rispettare troppo il morso e la martingala saranno probabilmente gli occupanti. A loro, probabilmente, si deve un indirizzo ed un orizzonte d’uso pubblico della struttura.
“Un progetto di riqualificazione fondamentale per tutelare un bene di grande valore storico e architettonico e completare la realizzazione di un distretto culturale nell’area del Polo Reale, il primo del genere a nascere in una città italiana”.
Così il sindaco Piero Fassino ha definito la versione definitiva del Masterplan per il recupero, la valorizzazione e la conservazione ad uso pubblico del complesso della Cavallerizza Reale, presentato – insieme all’assessore al Patrimonio, Gianguido Passoni – agli enti, alle istituzioni e alle fondazioni che partecipano al Tavolo Cavallerizza.
Il documento progettuale propone la riqualificazione dell’insieme del compendio storico e del suo perimetro di influenza (tra piazza Castello, via Po, Corso San Maurizio e via Rossini) e definisce l’assetto degli spazi aperti e chiusi, dei percorsi e degli accessi, del verde e del costruito, degli usi e delle funzioni, verificando anche la sostenibilità economica e finanziaria delle possibili soluzioni. Secondo la visione del Masterplan, il complesso della Cavallerizza, nel suo insieme organico, dovrà trasformarsi – come evidenziato dal sindaco Fassino – “in un grande distretto culturale e creativo, integrato e multifunzionale, aperto alla città per diventare parte integrante della sua vita, inserito nel sistema degli spazi e dei percorsi del centro storico di Torino”.
I progettisti suggeriscono un mix di vocazioni e potenziali attività da insediare nelle grandi aule dei piani terra e negli spazi cellulari dei piani superiori, che, in coerenza con la qualità storica dei beni, la loro natura tipologica e la loro struttura architettonica, preveda, insieme alle funzioni culturali (spettacoli, produzione culturale, esposizioni, eventi), funzioni di servizio, funzioni universitarie (aula magna, aule studio, residenze universitarie collettive) e funzioni di ospitalità turistica sulla tipologia degli ostelli low cost di tipo europeo.
Il documento assicura la fruizione pubblica del complesso e ne valorizza la vocazione culturale al fine di attrarre le risorse necessarie al recupero dell’intero complesso. A proposito di fruibilità pubblica, l’assessore Passoni ha evidenziato che “tutti gli spazi del complesso ai piani terreni saranno saranno fruibili dal pubblico per l’87 per cento della loro estensione, ora lo sono per circa il 40 per cento e qualche anno fa lo erano solo per il 10 per cento”.
In tema di spazi pubblici, l’assessore Passoni ha anche spiegato che “i Giardini Reali di Levante sono già stati oggetto di un intervento conservativo da parte del Comune in seguito a un protocollo d’intesa sottoscritto con il Polo Reale. Questi spazi verdi, collegati con l’altra porzione di Giardini Reali, restituiranno a torinesi e turisti un grande polmone verde, ad accesso libero, nel cuore della città”.
La Cavallerizza Reale ha, dunque, la potenzialità di divenire un grande esempio internazionale di distretto culturale e creativo partecipato, alla cui costruzione cooperano soggetti istituzionali, imprenditoria culturale e soggetti informali. “Tutto il percorso è stato condotto insieme alla Sovrintendenza, fatto che – ha ricordato il sindaco Fassino – consolida e rafforza le garanzie per un uso coerente con la valorizzazione di un bene di così alto valore storico e culturale”.
La Sovrintendenza per i Beni Culturali e Paesaggistici ha approvato lo schema dei vincoli e delle possibilità contenuto all’interno del documento, che diventa dunque elemento giuridicamente rilevante. Questa approvazione conferma l’attenzione degli enti sottoscrittori del Masterplan alla conservazione dei manufatti oggetto di riqualificazione. La Città ha inoltre richiesto che il vincolo Unesco venga esteso alla porzione denominata delle Pagliere, attualmente fuori dalla tutela dell’organismo internazionale. Fassino ha anche comunicato di aver ricevuto nei giorni scorsi “la disponibilità da parte del ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, a concorrere finanziariamente al recupero della Cavallerizza, considerata la sua complementarietà con i Musei Reali”.
L’Università degli Studi è tra i soggetti maggiormente coinvolti nell’operazione di valorizzazione della Cavallerizza. “Nel sottolineare la vocazione culturale della Cavallerizza Reale, l’Università – ha dichiarato il rettore Gianmaria Ajani – riconosce l’importanza del contesto quale luogo di fruizione, ma soprattutto afferma l’opportunità che esso può e deve offrire per la produzioneculturale. L’Università di Torino riconosce la propria responsabilità nella promozione della creatività, sia nel campo della formazione, sia nel campo della ricerca. In quest’ottica viene confermato l’impegno dell’Ateneo torinese a svolgere una rilevante funzione di animazione anche nell’ambito del Compendio della Cavallerizza Reale, coinvolgendo tutti gli attori protagonisti della produzione culturale del territorio, a partire dalle attività già in essere negli spazi dell’Aula Magna e dagli interventi che l’Incubatrice per l’imprenditorialità creativa e culturale potrà svolgere nello spazio delle Pagliere.”