Del Cobis, Coordinamento delle Biblioteche Speciali e Specialistiche di Torino, avevamo avuto occasione di parlare a maggio, in occasione di una breve ricognizione del patrimonio bibliotecario di Torino, che proprio in questi giorni segnala una notizia positiva: il ripristino dell’orario completo della Biblioteca d’Arte della Gam, di cui la drammatica riduzione d’orario di apertura decisa in primavera (la fruizione si riduceva a venerdì e sabato) aveva provocato lo sconforto prima e lo sdegno subito dopo di studenti, studiosi, ricercatori, e persino personalità della cultura e dello spettacolo, che avevano lanciato una petizione in tutta Italia per evitarne la sostanziale chiusura. Farà dunque piacere a molti sapere che la preziosa biblioteca, che custodisce 110 mila volumi di arte e non solo, è nuovamente aperta tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 17.
Da parte sua il Cobis registra un altro dato positivo: si è svolto lo scorso 8 settembre un interessante convegno dal titolo “Wikipedia. Condividere conoscenza” organizzato dallo stesso con il patrocinio dell’AIB, Associazione Italiana Biblioteche. Il convegno, che ha avuto un’ampia adesione di partecipanti – la gran parte tra gli addetti ai lavori – è stato ospitato nella sala convegni dell’INRIM (Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica), dove, ricordiamo, è conservato il celebre orologio atomico (unico in Italia) che fornisce l’ora esatta ufficiale al nostro Paese e che tutti noi conosciamo per l’ampia diffusione sulle reti nazionali e in televisione e in radio.
Il convegno è stato introdotto dal Professor Maurizio Vivarelli, docente di Bibliografia e Biblioteconomia all’Università di Torino che ha evidenziato la necessità di adeguare la conoscenza alle nuove possibilità di fruizione condivisa attraverso i nuovi strumenti digitali quali Wikipedia. Il professor Vivarelli ha ricordato anche tra le iniziative più recenti il progetto MEDIHUM (Memoria Digitalis Humanistica) gestito dal Centro di Ricerca Interdipartimentale per la digitalizzazione e la realizzazione di Biblioteche Digitali Umanistiche dell’Università di Torino: Il Centro, istituito nel 2014,si propone di svolgere una serie di attività di ricerca, che possono essere inquadrate nell’ambito dell’informatica umanistica), a partire dall’attività di digitalizzazione informatica e in stretta complementarità con essa.
Lorenzo Losa e Federico Leva (Wikimedia Italia) hanno poi illustrato brevemente la storia di Wikipedia, enciclopedia online a contenuto aperto, collaborativa, multilingue e gratuita, nata nel 2001, sostenuta e ospitata dalla Wikimedia Foundation, una organizzazione non a scopo di lucro statunitense.
Si è così scoperto tra le curiosità raccontate dai due wikipediani (così si chiamano nella comunità i membri che attivamente collaborano alla compilazione delle voci della biblioteca digitale e ne monitorano periodicamente il contenuto) che il termine nasce dall’hawaiano wiki (veloce) e il suffisso pedìa e pertanto, contrariamente a quanto si sente comunemente, dovrebbe essere pronunciata Wikipedìa, esattamente come avviene per il termine enciclopedia.
I numeri della fruizione non sono però quelli di una enciclopedia cartacea: con più di 35 milioni di voci in oltre 280 lingue, è tra i dieci siti web più visitati al mondo (privo di pubblicità!) e costituisce la maggiore e più consultata opera di riferimento generalista di Internet.
Sono poi state esaminate (anche con dimostrazioni pratiche) alcune collaborazioni possibili tra progetti Wikimedia e le biblioteche, progetti che includono non solo Wikipedia ma anche Wikisource (monografie, documenti, testi di ogni tipologia ed epoca di pubblico dominio o con licenze libere) e Wikidata (dati in forma strutturata secondo un database preinserito), elementi che i bibliotecari potrebbero mettere a disposizione più facilmente grazie alle loro competenze e ai loro accessi.
Federico Morando del Centro Nexa Center for Internet & Society ha quindi introdotto il tema delle licenze libere e i Creative Commons, le licenze di diritto d’autore utilizzate normalmente anche su Wikipedia secondo le quali è l’autore di un’opera che decide quali diritti riservarsi e quali concedere liberamente.
La giornata si è dimostrata un’occasione di aggiornamento di alto profilo per la chiarezza espositiva dei tre moderatori e per l’assoluta attualità degli argomenti e avrebbe potuto essere di grande interesse (e per certi versi necessaria) anche per non esperti del settore: il Cobis dimostra un’attenzione alla propria formazione, una visione lucida e pronta sulle attuali e velocissime evoluzioni dei canali del sapere, che siamo certi non potrà che essere un elemento di cui beneficeranno anche i fruitori delle singole biblioteche afferenti al suo circuito.
Il prossimo appuntamento di rilevanza nazionale e sovranazionale sul futuro delle biblioteche e sulle nuove professionalità del bibliotecario nell’era digitale è per marzo 2016 al Convegno delle Biblioteche presso la Fondazione delle Stelline a Milano
www.convegnostelline.it
Paola Stroppiana