Dici “Via del campo” e pensi immediatamente a una delle canzoni più famose di De Andrè, che – in uno dei suoi album di maggiore successo – scelse di raccontare una tra le vie più povere e degradate di Genova, la sua città natale. Una via in cui vivevano le famiglie meno abbienti, in particolare le prostitute. Non a caso CIFA ha scelto proprio il nome di uno dei testi più noti di De Andrè per identificare uno dei progetti che porta avanti in Cambogia.
Il contesto è quello della città di Sihanoukville, il più grande porto commerciale della Cambogia, che da qualche anno rappresenta una destinazione importante per quanto riguarda il turismo nazionale e internazionale. Come spesso accade, lo sviluppo economico è però tristemente parallelo alla nascita di periferie degradate e pericolose, vere e proprie baraccopoli all’interno delle quali l’attività principale è la prostituzione. Uno di questi sobborghi è il villaggio di Poum Thmey: in questa zona tanti – troppi – bambini conducono quella che è a tutti gli effetti una vita di strada. La maggior parte di loro è esclusa dalla possibilità di frequentare la scuola e molte bambine, figlie di prostitute, sono destinate loro malgrado a svolgere il mestiere più antico del mondo.
I beneficiari del progetto che CIFA porta avanti in Cambogia sono 100 bambini e bambine che arrivano dal villaggio di Poum Thmey e che appartengono alle fasce più deboli della popolazione. L’Ong torinese, che dal 1980 si occupa di adozioni internazionali, di cooperazione e di educazione allo sviluppo, ha creato un centro di accoglienza su misura. Nato in una strada “a luci rosse” per proteggere i bambini figli di prostitute dal mercato del sesso, il centro è a oggi un punto di riferimento per l’intera comunità locale. Il personale del centro fornisce quotidianamente ai bambini che lo frequentano sostegno alimentare e supporto sanitario, la possibilità di imparare a leggere e scrivere, oltre a opportunità ricreative di vario tipo. Trascorrendo le loro giornate al centro, i bambini vengono in qualche modo protetti dai pericoli in cui incorrerebbero sulla strada.
Per avere maggiori informazioni in merito al progetto è possibile visitare il sito Internet www.cifaong.it oppure contattare lo 011.4344133 o l’indirizzo di posta elettronica cooperazione@cifaong.it.