Il 27 novembre 1906 Vincenzo Lancia e soci, firmavano l’atto costitutivo della nuova azienda che portava il suo nome e che avrebbe dominato il panorama motoristico mondiale dell’intero ‘900. Oggi, 110 anni dopo, nella città dove tutto ebbe inizio, Torino, il Lancia Club ha organizzato una serie di eventi per festeggiarla e celebrarla.
Il culmine della manifestazione è stato proprio ieri con la sfilata di un centinaio di modelli partiti da Palazzo Lancia, all’epoca l’unico grattacielo torinese realizzato per “competere” con la magnificenza di Mirafiori, nel cuore di borgo San Paolo, e si è conclusa in piazzetta Reale fra due ali di folla, per il piacere degli appassionati.
Lo stesso piacere che evidentemente non ha coinvolto giornali e tanto meno televisioni, nonostante il marchio Lancia, nell’orbita FCA, sia ancora vivo e vegeto ma, soprattutto, sia patrimonio culturale e sociale di notevole rilevanza per la nostra città.
Sarà che è venuta un po’ a tutti, forse inconsciamente, la sindrome dello “spostiamo tutto a Milano”… infatti, nello stesso weekend, i nostri cugini lombardi mandavano in scena Autoclassica, l’edizione invernale (come se non ne bastasse una all’anno) della loro fiera mercato di auto d’epoca, ultima nata ma che si da’ già arie da prima della classe (salvo scadere in figuracce come le vetture battute all’asta lasciate alla mercé di tutti, usate come pattumiere e “depredate” di ricambi). E poi ci si è messo il meteo infausto, per carità. Però un trafiletto con una foto delle bellissime vetture – soprattutto anteguerra – schierate davanti a palazzo Reale nello sterminato iperspazio di internet, non ci pare così tanto un azzardo.
Tornando a ciò che merita, l’evento si è dipanato su una serie di conferenze sugli uomini che hanno creato e reso grande la Lancia, da Vincenzo a sua moglie Adele al figlio Gianni, dalla famiglia Pesenti fino agli “uomini Fiat” che l’hanno traghettata fino al nuovo millennio.
Protagoniste di interessanti disamine sono state anche alcune vetture che compiono il compleanno “tondo”: la Aprilia (1936), la Gamma (1976), la Thema nelle sue versioni 8.32 e Station Wagon (1986) e la Delta 4WD (1986). Domenica invece per le vie di Torino hanno dato spettacolo modelli di tutte le epoche come una splendida Lambda Torpedo accompagnata da altre anteguerra come Dilambda, Artena, Augusta e Aprilia comprese alcune fuoriserie. Più moderne ma dal fascino inalterato Aurelia, diverse Fulvia, Flavia, Flaminia (le famose “3 effe”), Stratos, Beta, Gamma, 037 Rally, Thema, Delta in tutte le sue varianti fino a Dedra e K. La vettura più rara era sicuramente una Delta Integrale Final Edition proveniente direttamente dal Giappone (unico mercato in cui veniva proposta) e reimmatricolata in Italia appena in tempo per le celebrazioni. Il segnale più emblematico della potenza di una passione ma anche della consapevolezza di custodire e tramandare una pagine fondamentale della nostra storia, evidentemente ignorata dai più.
Testo e foto di Luca Marconetti