Luigi Ontani, artista bolognese di fama internazionale, è stato ospite della GAM di Torino lo scorso dicembre in occasione della presentazione del suo video Chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro (1972), digitalizzato per le raccolte della videoteca dall’originario nastro mezzo pollice Sony V-32.
Il video, in bianco e nero, girato a Roma, all’interno di Palazzo Taverna durante gli Incontri Internazionali d’Arte, istituiti nel 1970 dalla collezionista Graziella Lonardi Buontempo, mostra il giovane Ontani, di spalle, con il volto verso il muro nella consueta posizione di chi, da bambino, nel gioco del nascondino, conta ad alta voce prima di andare alla ricerca dei compagni.
L’artista sceglie di contare da zero fino a 1972, anno di realizzazione del video, per poi girarsi verso il pubblico e recitare: “Chi è fuori è fuori, chi è dentro e dentro”, sancendo così la fine della sua azione e pre-annunciando un nuovo inizio.
Lo scorrere del tempo quotidiano qui si sovrappone all’avvicendarsi degli anni, in un excursus storico, evocativo di storie ed accadimenti che conduce il fruitore attraverso la memoria nel presente, verso il futuro.
L’opera fu selezionata da Gerry Schum, noto gallerista tedesco, anticipatore nell’utilizzo della TV come mezzo artistico (che nel 1969 annuncia la nascita della prima video-galleria), chiamato a curare nel 1972 l’innovativa sezione Video-nastri della Biennale di Venezia.
In mostra alla GAM sono visibili anche le prime opere girate da Luigi Ontani con una cinepresa Super8 presso lo Studio Bentivoglio di Bologna nel 1969 (quando produce i primi video a colori) e sette stampe fotografiche realizzate dall’artista negli stessi anni, composte da alcune sequenze tratte dalle foto di scena.
La presentazione del video è stata occasione per un incontro con l’artista, che ha risposto affabile a tutte le domande e le curiosità, intrattenendo il numeroso pubblico accorso: Ontani è un artista molto amato, che ha fatto della propria esistenza un’esperienza estetica, o meglio, come dice l’artista “vita, arte = Vitarte” senza conflitti tra dimensione pubblica e privata. “Il mio impegno di tutta la vita è trovare un’alterità nell’arte. Attraverso la fantasia scelgo di non di farmi condizionare dalla quotidianità».
Il primo elemento che colpisce, oltre all’estrema gentilezza e l’accortezza nella scelta dei vocaboli (è sperimentatore anche verbale, tra neologismi e calembour), è la cura e l’eleganza dei suoi completi sempre coordinati, giacca-gilet-pantaloni dai mille colori adeguati alla stagione, bordeaux (che indossava in questa occasione), fucsia, azzurro, verde pallido su camicia alla coreana, divenuti ormai essi stessi espressione artistica, adesione cromatica della vita all’arte e viceversa. L’artista confida che egli stesso vorrebbe essere una tavolozza di colori con i suoi abiti sartoriali realizzati con stoffe indiane e tailandesi.
Ontani ci racconta i suoi esordi: nasce nel 1943 a Vergato, paese dell’appennino tosco-emiliano, in un territorio che conta nel raggio di pochi chilometri Grizzana Morandi, dove vi è ancora la casa di villeggiatura del grande pittore, oggi casa – museo, e, curiosità nota a pochissimi, la chiesa di Santa Maria Assunta di Riola, edificata su volere del cardinale Giacomo Lercerò su progetto dall’architetto finlandese Alvar Aalto nella seconda metà degli anni ’70. Compie la sua formazione artistica da autodidatta, frequentando il corso libero di nudo all’Accademia di Belle Arti di Bologna; si trasferisce a Roma nel 1970, dove attualmente lavora nello studio che fu di Antonio Canova, e comincia a viaggiare con sempre maggior frequenza in Oriente.
Artista a 360 gradi, travalica le barriere spazio-temporali reinterpretando con grande maestria culture, idiomi e tecniche espressive differenti, con esiti mai scontati. Assumendo come regola il proposito dannunziano di fare della vita un’opera d’arte, mette sempre in scena e al centro della sua ricerca sé stesso, proponendosi come oggetto artistico e, nel contempo, come laboratorio d’identità e di trasformazione, alla costante ricerca di un «altro da sé» e di un «altrove». “D’Annunzio e Pirandello sono le mie fonti d’ispirazione letterarie, che hanno accompagnato tutta la mia vita, tanto che anni fa ho voluto interpretare tutti i personaggi di Sei Personaggi in cerca d’autore”. Da questa idea di arte/vita nascono i suoi lavori, a partire dagli emblematici Oggetti Pleonastici degli anni’60, calchi in scagliola di barattoli di borotalco, scatole di uova e cioccolatini che espone e poi indossa, e dai Tableaux Vivants, iconografie viventi in cui l’artista impersona figure storiche, mitologiche, letterarie e della storia dell’arte da Pinocchio, Dante Alighieri, Giuseppe Garibaldi, San Sebastiano…. “Questo è stato il mio viaggio nelle maschere del mondo, mettere insieme arte antica, archeologia, arte moderna, leggende, mitologia e allegoria”.
Un viaggio che certo ha richiesto una certa dose di esibizionismo e, inevitabilmente, di narcisismo; alla nostra domanda provocatoria sul tempo che passa e sull’inevitabile decadenza, verosimile dramma per chi ha fatto se stesso opera d’arte, l’artista, che certamente ha sempre contato su una bellezza e fascino particolari, dal profilo da moneta romana ai lunghi e fluenti capelli, ci confessa, sereno: “non sono certo contento, ma accetto i cambiamenti del tempo senza accanirmi e senza particolari nostalgie”.
Nella sua carriera artistica realizza numerose opere video – si ricorda, tra le altre, all’inizio degli anni Ottanta il primo Art Break girato a New York e trasmesso da MTV – tutte conservate, dal 1999, anno della sua costituzione, nella raccolta della Videoteca GAM, che comprende la collezione di video d’artista, con 1333 opere dagli anni ’60 alle ricerche più recenti e l’archivio del documentario sull’arte, che conserva 1320 produzioni sulla storia dell’arte dall’800 ad oggi.
Tra i suoi ultimi progetti ricordiamo quello realizzato la scorsa estate proprio per Casa Morandi “Luigi Ontani incontra Giorgio Morandi. CasaMondo – Nature extramorte antropomorfane”: l’artista ha esposto alcune erme e altre ceramiche che paradossalmente restituiscono la tridimensionalità agli oggetti delle nature morte di Morandi, caratterizzate però dal volto totemico di Ontani, con un effetto ironico, straniante e onirico allo stesso tempo, così come è lui, sospeso tra sogno e realtà.
L’artista è stato fin dagli esordi un artista anticonformista e tutta la sua arte si è distinta per essere originale, antesignana delle mode e connotata da una forte integrità d’espressione. Il suo augurio per le nuove generazioni è però testimonianza di una personalità che ha attraversato le esperienze più diverse con quella purezza che è una prerogativa degli artisti veri, dei poeti, dei “saggi sognatori”: “Agire con onestà e coerenza intellettuale, operare fuori dagli schemi e viaggiare molto per un continuo confronto con realtà diverse dalla nostra”.
Il video e le opere di Luigi Ontani saranno visibili alla Gam di Torino sino al 14 febbraio 2016.
Elena Inchingolo /Paola Stroppiana