Una pubblicità dalla grafica accattivante incuriosisce l’occhio di coloro che sostano in attesa sotto le pensiline degli autobus della città. Raffigura un albero stilizzato fatto di spesse linee di colore diverso che si intersecano a formare una sorta di allegro gomitolo sospeso sul profilo della nostra città.
Il testo pubblicitario recita: “Chi usa il trasporto pubblico fa crescere l’ambiente” e come sottotitolo: “L’impatto ambientale del trasporto pubblico è 15 volte inferiore a quello dell’auto privata”. Entrambe le affermazioni devono possedere verità in qualche modo verificabili, sicuramente a livello intuitivo passano per verosimili, ed è di indubbio merito l’invito ad usare maggiormente il mezzo pubblico piuttosto che l’auto privata.
Che a seguito di tale comportamento “l’ambiente cresca” lascia qualche perplessità interpretativa come d’altronde il dato “15 volte inferiore” rimanda alle azzardate percentuali promesse da certi dentifrici sulla pulizia dei denti. Ma si sa, i dati, sono elementi di percezione e subiscono esplicazioni controverse. Hanno un’ermeneutica tutta loro.
Ma il vero azzardo è il manifesto, la sua forza figurativa. L’intreccio delle linee colorate rimanda sine die alle piantine delle reti metropolitane di grandi città come Parigi, New York o Berlino. Peccato che qui le cose siano piuttosto diverse. La metro cittadina ha una sola linea, forse si riuscirà auspicabilmente ad averne due, prima o poi.
A chi osserva con attenzione l’affiche sorge il dubbio di essere capitato per un momento all’estero, alcuni turisti sono stati visti cercare di comprendere quale linea prendere, oppure richiama un libro dei sogni, il come sarebbe bello se così fosse. Ecco che si insinua una una infida ipotesi, forse quella di voler far credere che questa sia la vera mappa della Gtt, l’azienda dei trasporti torinesi, per muoversi in città. Sarebbe davvero un rischio, perché ci troveremmo di fronte a quello che la legge chiama un falso ideologico. Ossia una menzogna contenuta in un documento, per di più pubblico.
Per fortuna non è questo il caso. E’ solo pubblicità. Distrae, colora, perfino arreda; il messaggio non deve tener conto di veridicità o di attinenza tra forma e contenuto. Si gioca, affinché gli interminabili minuti di attesa dedicati ad aspettare un tram non siano troppo tediosi. All’estero, per esempio in Europa le mappe con le molteplici linee colorate rappresentano trasporti veri, senza il bisogno di inventarsi disegnini stilizzati. Mai stati a Berlino?
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