Parte martedì 23 febbraio 2016, al Teatro Vittoria di Torino, alle ore 20, primo appuntamento di questa Stagione con Atelier Parigi, il progetto a cura del Trio Debussy e di Alberto Bosco per Atelier Giovani dell’Unione Musicale pensato per esplorare differenti aspetti della vita musicale parigina nel passaggio epocale tra fine Ottocento e i primi decenni del Novecento.
Il concerto intitolato Le Grandi Guerre propone due opere rappresentative dei drammatici conflitti mondiali del secolo scorso: le Pagine di guerra di Alfredo Casella e il Quatuor pour la Fin du temps di Olivier Messiaen.
Gli interpreti del concerto appartengono tutti all’entourage del Trio Debussy, gruppo curatore della rassegna Atelier Parigi, e fanno parte del gruppo di giovani musicisti selezionati dall’Unione Musicale per dar vita a molte delle produzioni di Atelier Giovani, cantiere di incontro e di esplorazione per la musica classica al Teatro Vittoria.
Il concerto sarà preceduto, alle ore 18.30, da un’introduzione musicologica a cura di Alberto Bosco.
Le Pagine di guerra per pianoforte a 4 mani di Alfredo Casella furono pubblicate nel 1915. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale il compositore torinese – poco più che trentenne – rientrò dalla Francia per assumere la cattedra di pianoforte presso il Liceo Musicale di Santa Cecilia in Roma. I drammatici avvenimenti storici lo ispirarono nella composizione dei brevi brani, suggeriti dalla visione di riprese cinematografiche di guerra che all’epoca venivano proiettate nei cinematografi. Le cinque immagini sonore (o meglio “film musicali”, secondo la definizione dell’autore stesso) fotografano altrettanti luoghi geografici precisi, emblematici dell’immane conflitto mondiale: Belgio, Francia, Russia, Alsazia e Italia.
Il Quatuor pour la Fin du temps per clarinetto, violino, violoncello e pianoforte fu scritto tra il 1940 e il 1941 in un campo di concentramento tedesco in Slesia, dove Messiaen era detenuto. L’organico strumentale, suggerito dalla presenza fra i compagni di prigionia di un violinista, di un violoncellista e di un clarinettista, è l’unico elemento propriamente cameristico della composizione, mentre il numero e il carattere dei movimenti, la qualità timbrica, la natura delle idee musicali e delle soluzioni tecnico-stilistiche confermano la vocazione dichiarata dell’autore, più a proprio agio tra le sonorità e le ricchezze di timbri orchestrali o, all’opposto, tra quelle ascetiche del pianoforte e dell’organo. La sospensione del tempo è un elemento fondamentale della concezione musicale di Messiaen e viene qui realizzata attraverso l’asimmetria ritmica e la dilatazione estrema delle durate.
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