“Oggi apparentemente – Non c’è bisogno di pensare, – Anzi viviamo senza niente, Stiamo zitti ad ascoltare,
Cercando di essere nuovi – Per vedere di esser visti – Come libri da sfogliare;
Per evitare di esser tristi
Giochiamo a ricordare,
Giochiamo a ricordare”.
Così cantava Lucio Dalla nella canzone Ribot, contenuta in un album intitolato Bugie.
Ed in occasione del decimo anniversario dei XX Giochi Olimpici Invernali di Torino, l’Urban Center Metropolitano, l’associazione che accompagna e comunica i processi di trasformazione di Torino, presenta: “Torino. Dalle Olimpiadi al futuro”, due percorsi espositivi che raccontano la città durante l’evento del 2006 e i luoghi che oggi, sulla scorta del grande cambiamento portato avanti dalle Olimpiadi, sono lo scenario dei grandi progetti per il futuro del capoluogo piemontese.
I due percorsi si articolano in spazi indipendenti ma contigui:
Sotto i portici di piazza Palazzo di Città, fotografie di grande formato illustreranno la Torino olimpica: gli spazi pubblici del centro affollati e trasformati in palcoscenico del grande evento, come piazza Castello, che diventa Medals Plaza, ma anche piazza San Carlo, piazza Palazzo di Città, fino a piazza Solferino, sede dei padiglioni Atrium. Una città vestita di rosso cinabro, dove gli impianti olimpici diventano nuove centralità urbane (Palasport olimpico, Stadio olimpico), e dove luoghi inattesi diventano aggregatori sociali (Casa Canada in piazza Valdo Fusi, Casa Sassonia alla Società canottieri Esperia, Casa Russia al Basic Village, ecc.).
Se le Olimpiadi invernali sono state un vero e proprio acceleratore della trasformazione di Torino, sono anche il punto di ripartenza per la ridefinizione dell’immagine di questa città nel mondo, come da allora testimoniano i titoli e le recensioni di quotidiani e riviste nazionali e internazionali, fino a diventare, secondo il New York Times, l’unica meta italiana tra le 52 città del mondo da visitare nel 2016. Le fotografie in mostra sono di Michele D’Ottavio e della Città di Torino.
L’Urban Center Metropolitano ospita il secondo percorso espositivo, dedicato ai luoghi torinesi dove si sta costruendo il futuro della città. Inserendosi nel grande processo di trasformazione urbana, le Olimpiadi hanno impresso una forte spinta propulsiva a linee di sviluppo definite in precedenza, di cui oggi molti esiti sono stati metabolizzati dalla città. Alcune di queste, come le pedonalizzazioni di porzioni del centro città o la sistemazione di piazza d’Armi, si possono definire concluse, mentre altre continuano, divenendo aspetti di strategie di sviluppo urbano decisive per la Torino del futuro.
I due percorsi si articolano in spazi indipendenti ma contigui:
Sotto i portici di piazza Palazzo di Città, fotografie di grande formato illustreranno la Torino olimpica: gli spazi pubblici del centro affollati e trasformati in palcoscenico del grande evento, come piazza Castello, che diventa Medals Plaza, ma anche piazza San Carlo, piazza Palazzo di Città, fino a piazza Solferino, sede dei padiglioni Atrium. Una città vestita di rosso cinabro, dove gli impianti olimpici diventano nuove centralità urbane (Palasport olimpico, Stadio olimpico), e dove luoghi inattesi diventano aggregatori sociali (Casa Canada in piazza Valdo Fusi, Casa Sassonia alla Società canottieri Esperia, Casa Russia al Basic Village, ecc.).
Se le Olimpiadi invernali sono state un vero e proprio acceleratore della trasformazione di Torino, sono anche il punto di ripartenza per la ridefinizione dell’immagine di questa città nel mondo, come da allora testimoniano i titoli e le recensioni di quotidiani e riviste nazionali e internazionali, fino a diventare, secondo il New York Times, l’unica meta italiana tra le 52 città del mondo da visitare nel 2016. Le fotografie in mostra sono di Michele D’Ottavio e della Città di Torino.
L’Urban Center Metropolitano ospita il secondo percorso espositivo, dedicato ai luoghi torinesi dove si sta costruendo il futuro della città. Inserendosi nel grande processo di trasformazione urbana, le Olimpiadi hanno impresso una forte spinta propulsiva a linee di sviluppo definite in precedenza, di cui oggi molti esiti sono stati metabolizzati dalla città. Alcune di queste, come le pedonalizzazioni di porzioni del centro città o la sistemazione di piazza d’Armi, si possono definire concluse, mentre altre continuano, divenendo aspetti di strategie di sviluppo urbano decisive per la Torino del futuro.
Alle cose andate così così, agli impianti un po’ in abbandono, ai debiti contratti per i sei cerchi penseremo in altre occasioni. Adesso è il momento del souvenir.
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