Sono soltanto tre i cani per strada, non quattro come quelli della canzone di De Gregori, che simboleggiano graficamente la nuova edizione di Torino Spiritualità il cui titolo, “D’istinti animali”, incuriosisce e sfugge. Occorre rimasticarlo un pochino, per assicurarsi della presenza dell’accento, se non ci fosse diverrebbe Distinti animali e sarebbe diverso e bello lo stesso.
Tre cani acquerellati con maestria su fondo bianco dall’artista Velasco Vitali, attirano e forse tirano come cani da slitta curiosità per la manifestazione in programma a Torino dal 28 settembre al 2 ottobre giunta alla sua dodicesima edizione. Nell’opera, pensata espressamente per l’ampio cerchio dei temi che verranno trattati nel ricco programma di incontri i cani, di media taglia e dalla razza indefinibile, guardano o “si fermano ad annusare la vita” in direzioni diverse, come a cercare di intercettare qualcosa dentro alla precarietà del presente.
L’opera, che nasce piccola, appena 40 cm, su carta, vedendola amplificata nei fuoriscala di manifesti e locandine non perde nulla della sua poetica intimità; lo attesta il fatto che non viene scambiata per una pubblicità, non invita a nessun consumo. Suscita, a sensazione, un piccolo ottimismo, quasi, senza una ragione.
Velasco Vitali utilizza da tempo i cani nelle sue opere, spesso esili sculture dove il profilo possiede un déjà vu di Giacometti, e simile è la forza nel trasmettere spaesamento e solitudine; un branco, una muta randagia più avvezza alla malinconia che all’aggressività, sentimento che volenti o meno condividiamo così spesso con i nostri amici animali.
Un’altra grande e curiosa scultura dell’artista intitolata Sbarco, è presente in questo periodo nel cortile del Rettorato dell’Università di Via Po inserita per Arte alle Corti in cui due enigmatici uomini trasportano un’imbarcazione scintillante e rovesciata sulle loro spalle; la loro testa resta misteriosamente nascosta all’interno di essa. I due uomini probabilmente naufraghi sono alla fine o all’inizio di un viaggio. Destinazione sconosciuta, come sempre per quello strano animale detto uomo.
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