Alla Reggia di Venaria, fino al 2 luglio, c’è Caravaggio. O meglio, la sua proiezione. Perché nessun suo quadro è concretamente presente, ma soltanto evocato. Quando si varca la soglia della Citroneria Juvarriana si entra in un’enorme sala circoscritta da teloni su cui verranno proiettate le opere del pittore.
Dopo qualche istante appaiono i quadri (57 in tutto). Sono la luce, la natura, la teatralità, la violenza, i luoghi di Caravaggio – i grandi temi della produzione di Michelangelo Merisi – a rappresentare i fili rossi attorno ai quali si articola la presentazione delle opere.
Ma la fruizione, nella sua sedicente libertà di passare da un quadro all’altro come in un museo, è canalizzata e istruita da un mediatore culturale assente – i video artisti. L’arte seicentesca viene così amplificata, spiegata, aumentata. Alcune opere, infatti, vengono ingrandite fin nei minimi dettagli, regalando una fruizione quasi impossibile a occhio nudo; altre, invece, mostrano gli schizzi alla base del processo creativo e manichini di legno che riproducono lo studio del soggetto, efficiente in un’ottica didattica; molte, infine, sono accompagnate da odori diffusi che concorrono a creare, insieme alla musica di Stefano Saletti, un’immersione totale a 360°.
Linguaggi sensoriali diversi, «sinestesie», per usare un termine che piace molto a chi si occupa di tecnologie digitali, specie se applicate alle forme audiovisive. Ma i tempi del cinema olfattivo sperimentale degli anni Settanta-Ottanta sono ormai lontani e in questo caso non ci troviamo nemmeno al cinema.
The Fake Factory è un’azienda specializzata, uno studio di video-design specializzato nella video-mapping architettonica e nelle installazioni multimediali, luminose e multisensoriali, ma non è la sperimentazione d’avanguardia a contraddistinguerla. Le recensioni parlano di «emozioni e puro godimento»! E non c’è da sorprendersi. Il coinvolgimento sinestesico dell’installazione, infatti, punta a recuperare l’aspetto ludico legato al loisir dell’arte: il format di 50 minuti non è prolisso e utilizza un linguaggio – quello audiovisivo-immersivo – al quale gli utenti si stanno sempre più svezzando. L’evento è inoltre inscritto in un contesto particolare, quello della Reggia, che propone diverse altre attrazioni: dai Giardini, alla Regia Scuderia, alla mostra sulle Regge d’Italia, fino a quella sull’immaginario animale nella moda. Un pacchetto perfetto per un pomeriggio domenicale.
Ecco quello che è Caravaggio Experience, un’imponente video-installazione da intrattenimento, quasi circense infatti è itinerante, da Roma a Torino. Esperienza, nella quale di arte – in senso tradizionale – è rimasto ben poco, ma in grado di intercettare le tendenze che – forse – caratterizzeranno i musei del futuro.
Federico Biggio
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