Tra gli artisti torinesi che possono vantare un’esperienza di grande respiro internazionale Piero Gilardi ne è sicuramente uno dei capi saldi. Nel corso della sua attività si è affermato come esponente di una pratica artistica innovativa e originale, capace di coinvolgere le nuove generazioni e attenta al progresso scientifico. Certo, avvicinarsi al pensiero di intellettuali come Michel Foucault e Gilles Deleuze ha aiutato: ha aperto una nuova prospettiva partecipativa nella pratica artistica.
Il PAV – Parco di Arte Vivente di Torino, inaugurato nel 2008 e rappresentato da Gaia Bindi – ha studiato e analizzato la figura dell’artista a 360°, la sua espressività, relazionale e condivisa a tutti i livelli e ha tentato di coniugare il suo lavoro artistico con l’estetica dell’Antropocene, ovvero l’era geologica attuale nella quale all’essere umano e alla sua attività sono attribuite le cause principali delle modifiche territoriali, strutturali e climatiche.
Ma la sua arte si è posta anche come prefigurazione immaginativa e simbolica di nuove pratiche etiche di vita individuale e collettiva, e in questo senso continua la narrazione del vivente e della sua bellezza, che risiede soprattutto nell’operatività generativa e cooperativa dei processi evolutivi della biosfera. Questa riflessione vuole avviare la mostra «Piero Gilardi. . Estetiche dell’Antropocene», in esposizione dal 7 luglio al 26 agosto 2017 presso l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Carrara a Palazzo Cybo Malaspina.
Si propone un incontro con l’opera dell’artista Piero Gilardi nato a Torino nel 1942, in cui il rapporto uomo-natura, o più precisamente il rapporto natura-cultura nella sfera antropica, è il nucleo problematico delle elaborazioni teoriche e delle conseguenti espressioni artistiche dall’inizio degli anni Sessanta a oggi. Nove opere, di cui sette grandi Tappeti-Natura e due installazioni interattive, l’esposizione crea un paesaggio tra natura e artificio – voli di gabbiani e campi di cavoli innevati, vegetazione tropicale e spiagge sassose – che coinvolge lo spettatore portandolo ad essere maggiormente attento alle bellezze ambientali così come sensibile ai pericoli dell’industrializzazione e ai cambiamenti climatici dovuti all’inquinamento.
Federico Biggio