Con un diametro di ben quattro metri, da ieri 27 Ottobre, un insolita scultura attira l’attenzione di passanti e viaggiatori davanti alla storica stazione di Porta Susa. In molti si sono chiesti cosa dovesse rappresentare, e il perché della scelta artistica.
“Sintesi 59” è il nome scelto per l’opera, a ricordarne la creatività e quello stile che fondeva e rielaborava arte, moda, cinema e design. Il “Punt e Mes”, un punto e mezzo appunto, dal nome di una delle campagne più famose firmate da Armando Testa.
”Sintesi 59”, il tributo di Torino ad Armando Testa
Gli artisti hanno occhi speciali. Guardano le cose che li circondano e le vedono differenti da come le vediamo noi. Armando Testa, come tutti gli artisti, ha avuto la capacità di guardare avanti e di realizzare qualcosa di nuovo, di unico.
“Armando Testa è stato una figura chiave di una generazione autorevole di artisti, architetti, grafici, registi e innovatori culturali in genere che durante gli anni Cinquanta e Sessanta crearono in Italia un punto di contatto straordinario tra avanguardia e cultura popolare.” (Jeffrey Deitch)
Con le sue opere ha dimostrato una profonda conoscenza dei processi semiotici e visivi che stanno alla base del nostro sistema comunicativo e la capacità di sovvertire le logiche e i nessi tra oggetti e situazioni su cui si fonda, generando attraverso le sue immagini doppi sensi e nuovi significati.
Perché Sintesi 59.
Un giorno del 1959, durante un suo viaggio di lavoro a New York, Armando Testa vide nella vetrina di un negozio una bambola giapponese, composta da due semisfere. Fu questo spunto che, al suo ritorno in Italia, gli fece recuperare un abbozzo pittorico rimasto a lungo chiuso in un cassetto.
La scultura nasce infatti da una visione, quella di una sfera sospesa sopra una mezza sfera, a cui Armando diede forma attraverso la sua realizzazione tridimensionale, che poi fotografò e su cui intervenne pittoricamente. Come lui stesso scrisse: “Volevo riuscire a rappresentare visivamente una sfera e mezza, così eliminando qualsiasi concessione al pittoricismo disegnai una sfera e mezza aerografata a tutto volume”.
Un’opera che oggi, in ricordo di quei giorni, si chiama proprio “Sintesi 59”. Una forma, frutto di una ricerca personale, che nel suo incessante disegnare, è diventata perfetta. Totemica e modernissima allo stesso tempo, una delle prime apparizioni di arte minimale.
Armando Testa e la pubblicità.
Armando Testa -nella sua multidiciplinarietà- è stato anche un grande comunicatore. Anche in pubblicità, nell’agenzia da lui fondata a Torino, ha avuto visioni uniche, ha utilizzato linguaggi fino ad allora riservati ad altre arti. Ha creato uno stile grafico e creativo preciso, fatto di sintesi visiva e di ironia verbale. Gillo Dorfles lo definì “un visualizzatore globale.”
Non è un caso se Sintesi 59 è poi diventata simbolo di una illustre campagna di comunicazione, oggi esposta in vari musei del mondo: la campagna per il liquore Punt e Mes, che è sintesi massima di forma visiva e forma verbale. Il disegno era nato autonomo e solo successivamente Armando decise di farne uso in pubblicità: “L’abbozzo per una sfera e mezzo era un appunto pittorico rimasto nel cassetto per molto tempo: poi ecco l’intuizione, ecco la definizione.”
Armando è sempre stato un curioso di tutto, un precursore. Le sue grandi intuizioni sopravvivono e guardano al futuro. Per questo oggi il modo migliore per ricordarlo è fare di questo monumento di acciaio, un segnale di futuro.
Infatti il Gruppo Armando Testa, il più grande gruppo italiano di comunicazione guidato da Marco Testa, ha lanciato un contest dedicato ai giovani creativi. Il vincitore si aggiudicherà un mese a Los Angeles, nel cuore del cinema e dell’entertainment, nei nuovi uffici Testa Los Angeles. Un altro segnale di futuro.