Luigi Mazzoleni – Londra

Ha aperto nell’ottobre 2014 al 27 di Albemarle Street, nel cuore del gallery district londinese di Mayfair, la nuova sede della galleria Mazzoleni, che raddoppia con una sede di assoluto prestigio lo storico spazio di Piazza Solferino 2, fondato nel 1986 da Giovanni e Anna Pia Mazzoleni.
Alla guida Luigi Mazzoleni, nuova generazione della famiglia da sempre focalizzata – prima come collezionisti e poi galleristi – sui grandi maestri del secondo dopoguerra italiano, ai quali hanno dedicato negli anni importanti retrospettive, con un occhio attento in tempi recenti al rinnovamento generazionale in ambito figurativo e scultoreo.
In occasione del primo compleanno della sede londinese, 300 metri quadri con tre spazi espositivi disposti su due piani e camere private di visualizzazione, abbiamo avuto il piacere di conversare con Luigi, che si divide in questi giorni tra la galleria e PAD, la fiera del Design in Berkeley Square dove Mazzoleni è presente con uno stand di maestri italiani, in occasione della bella e importante mostra su Alberto Burri, accompagnata da un prezioso volume con un saggio di Cesare Brandi del 1963.

Alberto-Burri Nero-Rosso-Combustione 1964

La chiacchierata parte proprio dalla passione per Burri (alcuni pezzi, raramente visti, provengono dalla collezione privata della famiglia): Luigi ci racconta come sia rimasto impressionato dalla splendida mostra che il Guggenheim di New York ha dedicato al maestro nel centenario della sua nascita, riflettendo sulla poesia e lungimiranza di un artista che per sua stessa volontà ha dato avvio alla omonima Fondazione di Città di Castello con un primo generoso lascito (ricomprando persino alcune opere dal mercato) dando vita ad un posto magico, un luogo che tutti gli amanti dell’arte dovrebbe vedere. Luigi ha poi citato il Cretto di Gibellina come altro esempio della sensibilità di Burri, solo pochi giorni finalmente completato e inaugurato: grandiosa opera di land art in ricordo del terremoto del Belice del 1968, fu interrotta nel 1989 per mancanza di fondi.
La mostra di Londra, visitabile fino al 30 novembre, è una rara opportunità di vedere circa 30 importanti opere del maestro: dai primi collages tattili in materiali non convenzionali come la pomice, catrame e tela nero, tra cui Nero Catrame (1951), Sacco e Rosso (1956) e Sacco Bianco e Nero (1956) sino alle Combustioni, tra cui Nero Rosso Combustione (1964) Bianco CN4 (1966) e un raro Gobbo del 1968.
Il mercato londinese, continua Luigi Mazzoleni, risponde bene alla nuova presenza torinese, ma è soprattutto la capacità di Londra di essere polo di attrazione per tutto il mondo dell’arte moderna e contemporanea a permettere alla galleria una programmazione curatoriale di grande respiro internazionale, lavorando in stretta collaborazione con fondazioni pubbliche e private sui più significativi artisti italiani dal periodo post-bellico, progetto confermato dalla presenza degli stessi nomi nelle aste più importanti di Sotheby’s e Christie’s nella vicinissima New Bond Street: non è un caso che sia il grande Piero Manzoni il protagonista della mostra di punta per il programma espositivo del 2016, che prevederà l’inserimento di nomi di artisti più giovani, ma dal solido curriculum, che si inseriscano nel filone della grande tradizione italiana, come la personale dedicata lo scorso anno all’opera di Enrico De Paris.
Il 2016 sarà anche il trentennale della sede di Torino, che inaugura in questi giorni l’importante collettiva Stanze per dialoghi a cura di Francesco Poli, e una retrospettiva ad Artissima su Agostino Bonalumi: la mostra illustra alcuni possibili dialoghi tra artisti di generazioni differenti, messi in relazione per affinità o contrappunto e suggerisce un’inedita lettura critica delle loro opere, con lavori che vanno dal Futurismo all’Arte Minimalista, dall’Arte Povera fino alle ricerche più recenti dei grandi artisti coinvolti. Proprio al Futurismo è dedicato il progetto speciale programmato in occasione dell’apertura serale per la Notte delle Arti Contemporanee, sabato 7 novembre: a partire dall’opera di Giacomo Balla Linee forza di mare (mattino), Giancarlo Judica Cordiglia reciterà alcuni brani di autori futuristi.

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