Lo scorso 10 ottobre, all’età di 81 anni da poco compiuti, è scomparsa Hilla Wobeser. Una signora tedesca che ha formato con il marito la coppia più importante dell’arte contemporanea europea, e non solo, dell’ultimo mezzo secolo: i coniugi Bernd e Hilla Becher.
Un caso davvero raro di matrimonio nella vita come nell’arte. Ancor più raro il fatto che abbiano messo a punto alla fine degli Anni Sessanta un particolare modo di realizzare le loro opere fotografiche, mai cambiato fino alla scomparsa di Bernd, avvenuta nel 2007.
I coniugi Becher arrivarono alla fama e ai riconoscimenti artistici internazionali solo nella seconda parte della loro carriera. Per lungo tempo in precedenza sono stati conosciuti e apprezzati come fotografi d’architettura e di impianti industriali. Il loro schema di ripresa in bianco e nero, essenziale e ripetitivo, si presta perfettamente a costruire vere e proprie collezioni di soggetti, tutti dello stesso tipo anche se di forme in parte diverse, fotografati in tutta Europa e negli Stati Uniti. Così nacquero serie famose come quelle sui serbatoi d’acqua a torre o sulle case a struttura in legno.
La presentazione delle serie in libri e mostre ha nel tempo messo in evidenza il forte valore estetico del loro lavoro. Una speciale bellezza nascosta in oggetti funzionali e luoghi banali dove nessuno poteva pensare che esistesse. Solo grazie al loro particolare uso della fotografia questa bellezza veniva invece ritrovata trasformando i soggetti in vere e proprie sculture da contemplare. Per questo motivo vinsero alla Biennale di Venezia del 1986 il Leone d’oro per la scultura.
Con l’insegnamento di Bernd all’Accademia di Belle Arti di Düsseldorf, il loro metodo venne anche trasmesso alle giovani generazioni di artisti e fotografi. Alcuni di loro sono poi diventati tra i più importanti ancora oggi a livello internazionale: Andreas Gursky, Candida Höfer, Thomas Ruff , Thomas Demand e Thomas Struth.
Fulvio Bortolozzo
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