Si svolgerà dal 7 al 14 febbraio il Festival Terre del Nord a Torino, giunto alla sua terza edizione. Lo scopo della rassegna è approfondire alcuni aspetti poco conosciuti della cultura del Nord Europa. Quest’anno, grazie alla collaborazione con artisti ospiti, italiani e stranieri, il cartellone ha un ricco programma che prevede il concerto inaugurale e quello di chiusura, la mostra “Terre del Nord. Profondità”, allestita nell’atrio della Biblioteca Centrale di Torino (1-27 febbraio), due conferenze a tema: I Savoia e le terre del Nord e La Croce Rossa nel NordEuropa, le letture scandinave Spirito del Nord, la presentazione del libro Il suono del Nord con la visione del documentario Magnetisk Musiker, il workshop orchestrale aperto al pubblico della Terre del Nord Festival Orchestra con solisti e musicisti ospiti dall’Estonia.
Realizzata con il Patrocinio della Città di Torino, dell’Ambasciata d’Estonia in Italia e del Consolato d’Estonia di Milano-Lombardia, la rassegna ha ottenuto fin dalla sua prima edizione, nel 2014, il patrocinio dei Consolati cittadini di Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Estonia e Islanda e prevede la collaborazione con la società Moore Stephens, le Biblioteche Civiche Torinesi, la M&J Studios, la Croce Rossa Italiana (Comitato Provinciale di Torino), il Centro Studi Piemontesi, Rete7, Cascina Roccafranca e l’Associazione Culturale Franz Schubert di Torino.
La Norvegia protagonista della scena jazz Europea ? Forse si, se diamo retta a “Il Suono del Nord” prima opera monografica dedicata alla piccola scena jazzistica norvegese. Una lacuna finalmente colmata, la ricostruzione di una storia che, attraverso l’analisi di alcuni momenti chiave, riconosce alla Norvegia un ruolo fondamentale in Europa per l’emancipazione del jazz dalle radici afroamericane. Un percorso, quello iniziato negli anni ’60 con l’arrivo a Oslo di George Russell, che arriva dritto ai giorni nostri e ci regala una delle scene più innovative e originali al mondo. E che l’autore trasforma nel racconto appassionato di concerti, musicisti, club ed etichette, festival e incontri… come quello avvenuto a Bologna fra il (futuro) patron di Ecm Jon Balke e un giovanissimo Jan Garbarek, preludio di un sodalizio che avrebbe aperto al jazz norvegese le porte del mondo, portando al successo internazionale non solo Garbarek ma tutta la “generazione Ecm”. Il libro si sforza di chiarire il ruolo delle numerose registrazioni Ecm a Oslo e degli storici Club7 e Blå e analizza le fasi più significative di una scena che in questi ultimi quarant’anni è stata in costante evoluzione attraverso i racconti, i ricordi e le storie di alcuni dei suoi protagonisti, norvegesi e non. Esplora le connessioni del jazz con gli altri generi musicali, analizza l’influenza dei movimenti politici, tenta una ricostruzione degli ambienti – i club, le sale da ballo, i teatri – e delle condizioni professionali: ogni elemento utile viene processato all’interno di un’indagine globale e attenta al dettaglio che non diventa mai enciclopedica.Tanti i nomi che attraversano queste pagine, e tantissime le storie e le esperienze musicali, perché questa è la Norvegia: un paese giovane, con una tradizione assai poco ingombrante e un popolo orgoglioso, vissuto a lungo in una sorta di isolamento dal resto dell’Europa e dotato di uno spirito d’avventura che si rifà forse all’epoca vichinga.
Un film-documentario sul pianista e compositore Jon Balke racconta il suo lavoro a partire dalla registrazione dell’album Kyanos nel memorabile Rainbow Studio di Oslo, e mette a fuoco la sua complessa personalità di artista raccontando cinque anni di uno dei suoi progetti più importanti: la Magnetic North Orchestra. Un processo musicale visto da vicino, attraverso le immagini dal tour in dieci paesi europei, concerti all’aperto a -10°C, l’innesto di influenze ritmiche dell’Africa orientale con l’ensemble Batagraf, fino alla fusione con l’ensemble d’archi barocco Barokksolistene che darà luogo al successivo album Diverted Travels.
Info: www.terredelnord.com