Prima mostra monografica d’Europa interamente dedicata a questo tema particolarmente presente in Piemonte grazie alle committenze sabaude, che con il loro mecenatismo hanno condotto presso la loro corte pittori, scultori e artisti come Charles Amédée Philippe Van Loo, Francesco Ladatte e Isidoro Bianchi.
Sei sono i percorsi tematici riuniti magistralmente dal curatore Vittorio Natale, guidando il fruitore attraverso lo svolgersi di questo tema durante diversi archi temporali e utilizzi: Origine e diffusione del tema, Nelle vesti di Amore, Allegorie profane, Angioletti e cherubini, Giochi di putti, Putti e arti decorative.
Spesso erano associati esclusivamente a forme infantili del dio Eros o Cupido ma in epoca più tarda, verranno sempre più rappresentati come figure angeliche, a volte femminili, dalla funzione più decorativa che simbolica, come è possibile ammirare su decorazioni e abbellimenti di oggetti d’uso, di cornici o manufatti di porcellana riuniti per l’occasione.
Questo tema veniva declinato sia in ambito sacro sia profano e godette di particolare fortuna nel Rinascimento fiorentino e romano nel Sei e nel Settecento, periodo in cui il suo significato, come si accennava, subì una leggera flessione, da emblema dell’Amore, a volte iroso, a volte dormiente o ancora giocoso, divenne rimando degli spensierati intrattenimenti dell’epoca.
Si possono ammirare dipinti, sculture in terracotta, in marmo, in legno, mobili, stampe, bronzi e argenti che, grazie a importanti lavori di restauro compiuti grazie anche alla stessa fondazione Accorsi – Ometto, ora visibili dal pubblico.
Esempio di quest’opera di recupero è il dipinto di Claudio Francesco Beaumont, conservato nei deposti del Castello di Racconigi, considerato bozzetto per l’Allegoria della Concordia che orna la volta della Galleria delle Battaglie di Palazzo Reale di Torino
Sabrina Giuliato