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Il perverso meccanismo di sfruttamento dei bambini talibé in  Senegal
Esiste in Senegal un esercito di piccoli schiavi che si alza all’alba, impara il Corano fino alle 8 e poi va per le strade ad elemosinare. Rientra al daara verso le 12 e condivide quel poco di cibo che è gli viene donato con il marabout e la sua famiglia. Riprende quindi lo studio del Corano per un’ora o due, per poi tornare in strada fino a tarda sera per poi consegnare tuttoil denaro raccolto al marabout, sperando che sia stata raggiunta la cifra stabilita.
Ma facciamo un passo indietro: Cosa significano i termini talibé, daara e marabout?
Il termine talib traduce in arabo il concetto di studente, allievo. L’educazione dei talibé è dispensata da un maestro coranico (detto appunto marabout) e avviene all’interno di un daara (la scuola coranica). La prassi in sé non costituisce una minaccia per gli studenti, ma contiene elementi che si prestano a distorsioni opportunistiche passibili di sfociare in vere e proprie pratiche di sfruttamento. In origine infatti i talibé, in cambio dell’insegnamento ricevuto, dedicavano alcune ore al giorno ad attività utili per il marabout e la comunità. Da alcuni decenni però questa forma di scambio ha preso in tutta l’Africa dell’Ovest, e quindi anche in Senegal, derive scandalose che annientano i diritti fondamentali del bambino e ne pregiudicano pesantemente il futuro.
In Senegal sono circa 100mila i talibé concentrati soprattutto nelle città di Dakar, Saint Louis e M’Bour!
La persistente situazione di povertà in cui versano numerose famiglie residenti nelle zone rurali fa si che migliaia di famiglie affidino uno o più dei loro figli ad un maestro coranico che si trasferisce in zone più promettenti del Paese. A volte questi bambini hanno meno di 3 anni! La maggior parte delle famiglie non possiede mezzi economici per indennizzare il marabout o per mantenere i figli partiti con lui. I giovani talibé devono inventare escamotage per trovare ogni giorno una somma di denaro decisa dallo stesso marabout a titolo di indennità per l’insegnamento impartito oltre a doversi autonomamente procacciare il cibo per la propria sopravvivenza.
Questo da il via al  perverso meccanismo di sfruttamento: il talibé non può più limitarsi alla ricerca di qualche spicciolo per contribuire al suo mantenimento all’interno del daara, ma è costretto a mendicare giorno e notte nel tentativo di raggiungere la cifra giornaliera stabilita dal marabout, che non esita a metter in atto violente rappresaglie (che includono maltrattamenti, percosse, torture fisiche e morali che a volte si concludono in modo più tragico) nel caso in cui tale somma non sia stata raggiunta.
Il governo senegalese ha un atteggiamento ambiguo rispetto a questo fenomeno. D’altronde i leader religiosi sono molto potenti e godono di una popolarità straordinaria, che fa leva anche sull’ignoranza diffusa e sulla povertà della popolazione. Nessun governo sembra mai aver avuto la forza e il coraggio di opporsi ai marabout. Oltre tutto il fenomeno della mendicità infantile è completamente tollerato dalla società senegalese poiché affonda le sue radici nella tradizione religiosa ed è accettata come espressione dell’islam
NutriAid, che proprio in questi giorni celebra il ventennale dalla sua fondazione che ricorre il 29 Febbraio 2016, può brindare due volte! Festeggia anche la conclusione ed il successo del progetto a sostegno dei bambini talitbè nel comune di Yène. Il progetto era nato nel 2009 e nell’arco di questi 7 anni  ha interessato quasi 100 bambini distribuiti in 3 distinte scuole coraniche (daara). L’impegno di NutriAid è riuscito a coinvolgere anche il presidio medico locale per garantire visite mensili all’interno delle scuole coinvolte. NutriAid si è impegnata per assicurare le cure e la somministrazione di vitamine ed altri integratori alimentati dei talibé e per garantire un minimo di comfort all’interno dei daara (distribuzione di stuoie pulite, materassini per dormire, indumenti puliti e kit per l’igiene personale).
La chiave del successo di questo progetto è stata quella di individuare le persone con un ruolo chiave: convincere i marabout a lasciar frequentare ai “loro” talibé un corso di alfabetizzazione in francese, che rappresenta la lingua ufficiale in Senegal e a partecipare ad attività ludico-ricreative, che rappresentano momenti di svago inaspettati nella vita dei talibé.
Inserirsi all’interno del daara ha significato vigilare sui tentativi di sfruttamento di questi bambini ristabilendo la vera funzione socio-educativa che i daara hanno e dovrebbero avere! Le scuole di cui NutriAid si è occupata sembrano aver raggiunto finalmente il punto di svolta ed è giusto che NutriAid li lasci continuare con le proprie gambe. Questa decisione è resa più semplice dal fatto che il cambiamento che NutriAid è riuscito a vedere a Yène sembra essere lo stesso che il governo senegalese mira ad ottenere dato che, grazie all’attività di lobbying esercitata da parte della società civile e delle ONG senegalesi e straniere, delle organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti dei minori, nel 2013 ha adottato un decreto legislativo che fissa gli standard minimi per le strutture e i programmi pedagogici delle scuole coraniche.
Ciononostante, dato che NutriAid porta avanti progetti di lotta alla malnutrizione cronica in quella stessa zona, i daara di Yène resteranno dei sorvegliati speciali per non perdere quell’importante cambiamento per cui oggi si può e si deve festeggiare!

Per maggiori informazioni:
www.nutriaid.org
progetti@nutriaid.org

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