«L’immagine di me voglio che sia, sempre ventenne come in un ritratto…».
L’opera letteraria di Guido Gozzano (Torino, 1883 – 1916) quest’anno viene celebrata in tutta la sua “nostalgica ironia”, in occasione del centenario della morte del poeta, scrittore di viaggio, autore di novelle, di prose torinesi e di fiabe, di saggi sulla fotografia e sul cinema, nonché prolifico epistolografo.
Guido Gozzano, figlio dell’ingegner Fausto e della sua seconda moglie Diodata Mautino, nasce a Torino nel 1883 in via Bertolotti 2, come ricorda un’iscrizione posta sul palazzo. Frequenta la scuola elementare Moncenisio in via della Cittadella 3, la stessa in cui Edmondo De Amicis aveva ambientato qualche anno prima le vicende del libro Cuore. Il futuro poeta si rivela un allievo piuttosto svogliato: bocciato al Liceo Cavour, il giovane Guido viene iscritto al Real Ginnasio di Chivasso, dove consolida il rapporto con Ettore Colla, amico e compagno d’avventure e quindi al Collegio Nazionale di Savigliano, dove finalmente riesce a diplomarsi. Nel 1904 si iscrive a giurisprudenza, ma, influenzato dalle lezioni di letteratura di Arturo Graf, professore e poeta, abbandona gli studi per dedicarsi alla produzione poetica.
Se autentica è la ripugnanza per le formule magniloquenti del lato patriottico e superomistico di Gabriele D’Annunzio, meno alla lettera va intesa la condanna di un tipo intellettuale, con il quale il dandy Gozzano, lettore di Schopenhauer e Nietzsche, evidentemente si identifica e del quale anzi riesce a riscattare sul piano umano e sentimentale lo scetticismo, cogliendone la drammaticità e le moderne implicazioni letterarie.
Gozzano non assume pose da letterato e scrive le sue rime, segnate dalla tristezza e dal sentimento della morte, con ironico distacco. Alla base dei suoi versi vi è un romantico desiderio di felicità e di amore che si scontra presto con la quotidiana presenza della malattia, della delusione amorosa, della malinconia che lo porta a desiderare vite appartate e ombrose e tranquilli interni casalinghi a Torino e ad Agliè nella splendida villa di famiglia oggi casa-museo.
La sua produzione è molto apprezzata da Montale che sottolinea il suo “far cozzare l’aulico col prosastico facendo scintille”. Dal punto di vista stilistico, la colloquialità prosastica di Gozzano, che rielabora in maniera colta e disincantata il modello sublime dannunziano è da ritenersi innovativo esperimento per le nuove generazioni. I caratteri aulici sono infatti sempre presentati attraverso il sottile filtro dell’ironia, una “distanza” che egli mantiene anche rispetto alla gioia delle piccole cose e della quotidianità.
La sua prima raccolta, viene pubblicata nel 1907 e si intitola “La via del rifugio”. Nel 1908 si ammala di tubercolosi e nello stesso periodo si lega sentimentalmente alla poetessa Amalia Guglielminetti, con cui intesse un fitto carteggio. Nel 1911 pubblica “I Colloqui” per il prestigioso editore Treves di Milano di cui fa parte la celebre poesia “La signorina Felicita ovvero la Felicità”, idillio esemplare ed esemplificativo della sua intera poetica.
Quando nell’“ora antica torinese”, ovvero al tramonto, si avverte un po’ di malinconia per la fine del giorno e per l’ineluttabile fragilità delle cose, chi si trova a passeggio per certe vie del centro cittadino non può non pensare al poeta legato a Torino da un intimo affetto, che ha lasciato traccia della sua presenza e della sua opera in una memoria comune che, anziché estinguersi, continua a ravvivarsi nel tempo.
E’ a Palazzo Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino, in una sala consiglieri gremita di astanti, che mercoledì scorso ha avuto inizio il ricco calendario di iniziative, che da aprile per tutto l’anno 2016, celebrerà l’opera letteraria di Guido Gozzano, grazie all’organizzazione di un Comitato Interistituzionale che comprende i Comitati Nazionali Editori Nazionali, la Regione Piemonte, Il Consiglio Regionale del Piemonte, il Comune di Torino, il Comune di Agliè, l’Università degli Studi di Torino e l’Associazione Culturale Gli Amici di Guido Gozzano.
La tavola rotonda Sorrido e guardo vivere me stesso, a cura del Centro Pannunzio, primo appuntamento in programma, ha reso omaggio al poeta con interventi della scrittrice Elisabetta Chicco Vitzizzai, degli psichiatri e scrittori Eugenio Borgna e Annibale Crosignani, della presidente del Premio Letterario Il Meleto di Guido Gozzano Lilita Conrieri, della direttrice del Centro Studi Guido Gozzano e Cesare Pavese Maria Rosa Masoero, del critico letterario Bruno Quaranta, e della giornalista e scrittrice Marina Rota, coordinatrice dell’evento alla presenza di Marco Succio, sindaco di Agliè e di Barbara Cervetti, Consigliere della Città Metropolitana di Torino.
In contemporanea, la Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte G. Grosso, con sede sempre a Palazzo Cisterna, ha proposto nella mostra Omaggio a Guido Gozzano, visitabile fino a sabato 16 aprile, alcune rare pubblicazioni delle opere del poeta torinese quali l’edizione originale de “La via del rifugio” del 1907 di Streglio – Torino o quella de “I Colloqui” del 1917 ad opera dei fratelli Treves di Milano. Nel percorso espositivo si segnalano anche “Le poesie” con il saggio introduttivo di Eugenio Montale, le meno note “Epistole entomologiche”, “Le lettere d’amore di Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti” o “La signorina Felicita ovvero la felicità” con traduzione piemontese di Giuseppina Serra.
Gli eventi dedicati al poeta crepuscolare proseguiranno a Torino e in Piemonte per tutto il 2016.
Tra i più prossimi si segnalano: Amalia, se Voi foste uomo…, introduzione del volume omonimo con tavole di Fulvio Leoncini, alla presenza dell’autrice Marina Rota e della scrittrice Margherita Oggero, venerdì 22 aprile, ore 18.30, presso la Biblioteca Musicale della Corte di Torino e Guido Gozzano: dalle Golose al Meleto, incontro con gli autori Lilita Conrieri, Marco Michela, Manuela Muzzolini, Darwin Pastorin e Bruno Quaranta, per la presentazione del libro edito da Atene del Canavese corredato da un docufilm prodotto da Masterblack, sabato 14 maggio ore 15.30, presso Villa-Museo Il Meleto, ad Agliè.
Anche il Salone Internazionale del Libro di Torino (12 – 16 maggio, 2016) ricorderà Guido Gozzano al Lingotto Fiere in diverse occasioni durante la fiera. Si evidenzia in particolare il reading di Isabella Ragonese che, domenica 15 maggio alle 20.30, darà voce alle più belle pagine del poeta.
Da non dimenticare il concorso fotografico Gozzano Challenge 2016: è necessario scattare una foto di “quel dolce paese che non dico”, ovvero Agliè, postarla su Instagram con l’hashtag #Gozzano2016 e… che vinca il migliore!
Per informazioni sul calendario completo www.lerosechenoncolsi.it