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Annullata la mostra che era prevista dall’8 giugno al 20 ottobre.
L’amore per la notte, per il teatro, per le vie e le stelle di Montmartre, tutto questo si rispecchia e respira nella raccolta di opere dell’artista post-impressionista francese. Un calore, una passione per i cavalli, per la vita quotidiana, per la bellezza in tutte le sue forme, il tutto nonostante, o forse proprio a causa, dei gravi problemi fisici che ne hanno diretto la vita e causato la morte prematura all’età di 37 anni.
Il conte Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec-Montfa, nato ad Albi nel novembre del 1864, soffriva di una malattia genetica alle ossa, la Picnodisostosi, che porta ad affezioni fisiche che conducono a forme di nanismo.
Fisicamente inadatto a partecipare alla maggior parte delle attività sportive e sociali solitamente intraprese dagli uomini del suo ceto sociale, Lautrec si immerse completamente nella sua arte. Secondo un racconto forse apocrifo, a chi lo derideva per la bassa statura rispondeva: «Ho la statura del mio casato», citando la lunghezza del suo cognome nobiliare.
Le sue opere , circa 350 opere litografiche, 28 delle quali costituite da manifesti, che gli hanno portato, postuma, la fama di “primo pubblicitario mai esistito” hanno come protagonisti, a volte palesi a volte soffuse, le immagini della città , sono un elegia alle Maison Close, ai Cafè dei boulevard, ai vicoli di Montmartre, il Moulin Rouge, e uno spaccato della vita parigina dell’800 e dei suoi abitanti, con cui egli condivide le aspirazioni, i punti di forza, le debolezze.
“Nella sua opera non si trova un solo viso umano di cui non abbia volutamente sottolineato il lato spiacevole (…) era un osservatore implacabile ma il suo pennello non mentiva”
(Artur Huc)
La mostra che era in programma a Palazzo Chiablese : “Toulouse ‐ Lautrec. Luci e ombre di Montmartre”, doveva essere una delle più complete mai presentate: oltre 180 opere in mostra, dai più celebri manifesti, disegni, dipinti.
Il titolo per la mostra era stato scelto proprio perché nel cuore del quartiere di Montmartre, dove ancora oggi è presente il suo atelier, egli dipinse alcuni dei suoi più importanti lavori: dalla quadrille naturaliste di Louise Weber, la Goulue Moulin Rouge, a Jane Avril, a Yvette Guilbert, a Marcelle Lender, a Loïe Fuller, ridipengendo con i suoi tratti, e il suo genio, il mondo notturno, volutamente fumoso, della Belle Epoque parigina dell’ 800.
Per maggiori informazioni : www.poloreale.beniculturali.it