Grande successo di critica e pubblico sta riscuotendo Arte alle Corti, iniziativa ideata dall’architetto Silvio Ferrero, giunta quest’anno alla seconda edizione e di cui avevamo già parlato in occasione della sua inaugurazione lo scorso luglio. Indovinata la collocazione di installazioni di arte contemporanea open-air che coinvolge nove cortili e due giardini di prestigiosi palazzi della Torino barocca, da Palazzo Saluzzo di Paesana a Palazzo Biraghi di Borgaro, dai giardini Reali a Palazzo Carignano sino al Cortile dell’Università in via Po, luoghi emblematici del tessuto urbano storico che si fanno palcoscenico e allo stesso tempo si misurano con l’arte “nuova” per proporsi -o riproporsi- all’occhio del visitatore in veste inusuale e nuove prospettive di lettura.
In particolare La grande scultura monumentale Effondrement: 217.5° Arc x 11 dell’artista francese Bernar Venet, composta da enormi semicerchi in acciaio Cor-ten, sembra disegnata per Palazzo Cisterna, in via Maria Vittoria 12. Il Palazzo dal Pozzo della Cisterna, oggi sede della Città Metropolitana di Torino, venne realizzato il XVI e XVIII secolo con una struttura a schema aperto a “C” su giardino e androne passante; tra il 1773 ed il 1787 il palazzo assunse il volto attuale, sotto la direzione dell’architetto Valeriano Dellala di Beinasco. Collocata nel grande cortile, la scultura, pesantissimo acciaio reso etereo grazie alla sovrapposizione calibrata di elementi curvilinei, diventa fulcro visivo e allo stesso tempo prolungamento delle linee che caratterizzano la tripla arcata dell’ingresso e l’arco che porta al giardino; elegante l’accostamento cromatico del Cor-Ten con la superficie a mattoni a vista dei muri perimetrali, gradazioni delle stesse tonalità terracotta, pur nella diversità dei materiali, che permette alla scultura di completare armonicamente il contesto estetico e visivo.
Bernar Venet (1941), scultore francese di fama internazionale, è celebre per i sui grandiosi interventi di arte pubblica, e si ricordano in particolare le grandi parabole posizionate di fronte alla reggia di Versailles nel 2011 (andata distrutte per volere dello stesso Venet che ne ha riutilizzato alcune parti per nuove opere), le installazioni donate alla città di Nizza, e le grandi sculture realizzate quest’anno per le città di Budapest e New York, in Union Square. Nel 2014 l’artista ha voluto, parallelamente alla sua attività, dare vita ad un luogo all’aperto dove rendere visibili le sue opere in modo permanente e, dopo anni di progettazioni e lavoro, ha inaugurato insieme alla moglie Diane la Fondation Venet a Le Muy, nel sud della Francia, luoghi della sua infanzia.
La Fondazione, 4 ettari di splendido giardino e macchia mediterranea non lontano da Saint-Tropez (da inserire nei luoghi da non perdere se si prevedere un tour in Costa Azzurra) nasce allo scopo di riunire 50 anni di storia creatività dell’artista e allo stesso tempo raccontare gli incontri e i proficui scambi di idee e opere con artisti di tutto il mondo, conosciuti e collezionati nella sua lunga carriera: l’obbiettivo era di costruire un’opera di arte totale, un “atelier mental d’exception”, come lo definisce l’artista, nel quale collocare in un grande parco sculture, elementi architettonici, installazioni e spazi espositivi, in costante dialogo con la natura e in armonia tra loro. Un’idea costruita sul modello, per ammissione dello stesso Venet, della grande fondazione realizzata a Marfa, nel Texas, da Donald Judd.
Venet è anche raffinato collezionista, soprattutto di arte concettuale e minimalismo americano, e annualmente presenta della mostre temporanee di grande qualità: quest’anno sono esposte due installazioni di James Turrell: Elliptic, Elliptic, (dalla serie Skyspaces), una costruzione ellittica chiusa sui lati dall’interno della quale osservare il ritaglio di cielo nei diversi momenti della giornata, e Prana, spazio ermeticamente chiuso, dove nel buio si staglia un rettangolo rosso ipnotico e ingannevole nella sua natura percettiva.
Di grande effetto l’opera in permanenza di Frank Stella, la Chapelle, spazio laico di riflessione (il cui modello iniziale è stata la cappella Rothko a Houston), nata in comunione tra Venet e Stella per contenere sei rilievi scultorei di grandi dimensioni e chiusa alla sommità da uno scenografico occhio in fibra di carbonio.
La Fondazione, visitabile due giorni alla settimana nel periodo estivo su prenotazione (per la visita si viene accompagnati da giovani scrupolosi e preparatissimi) include la cappella di Frank Stella, una biblioteca, la collezione d’arte privata di Venet conservata nei pressi dell’antico mulino che caratterizza la proprietà, l’enorme spazio coperto definito “officina” dove è conservata una sua monumentale opera di 200 tonnellate, e un grande edificio per le mostre temporanee.
Un luogo di grande suggestione, dove le sue opere convivono in equilibro e paiono prendere vita nella luce nitida del paesaggio mediterraneo.
Per info: www.venetfoundation.org