Dal nostro inviato a Pechino.
“La Cina è vicina” strillava la copertina della Domenica del Corriere nel lontanissimo 1907.
Era il mese di agosto e l’Italia aveva appena conquistato Parigi. E la Cina – domanderete voi – cosa c’entra ?
Non si può non ricordare che il 10 giugno 1907 cinque equipaggi su altrettante automobili erano partiti da Pechino per affrontare un incredibile raid di oltre 16000 chilometri che li avrebbe portati nella Ville Lumiere, idea sfida lanciata dal quotidiano parigino Le Matin.
I primi a raggiungere la capitale francese, dopo due mesi di marcia, furono proprio i nostri coraggiosi connazionali. A bordo di una vettura Itala 35/45 HP – costruita a Torino – il principe Scipione Borghese, il meccanico e chauffeur Ettore Guizzardi e l’inviato del Corriere della Sera Luigi Barzini, riuscirono a superare le mille avversità della traversata, dando dimostrazione di superiorità tecnica e organizzativa. Questa straordinaria esperienza si può rivivere visitando il Museo Nazionale del’Automobile di Torino, Mauto, dove è tutt’ora conservata la vettura e dove si possono sono disponibili filmanti e fotografie dell’epoca.
Detto ciò, perché siamo andati a rispolverare un’impresa di oltre un secolo fa ?
Semplicemente perché l’impresa mi è tornata alla mente quando il collega e amico cinese Andong Cui, corrispondente dall’Europa per Auto Bild China, mi ha invitato nel suo paese come membro della giuria in un concorso d’eleganza per auto d’epoca.
Senza pensarci nemmeno un attimo mi sono fiondato in agenzia per il visto per andare là dove il grande Barzini era partito. Destinazione Pechino per l’YQ Island Concours d’Elegance. Nulla a che vedere con il fascino d’antan della Pechino Parigi “on the road” dei nostri eroi, però l’occasione di scoprire e conoscere qualcosa di nuovo..
Fino ad ora conoscevo solo la storia dell’automobilismo occidentale e statunitense al massimo un po’ di motorismo giapponese, ma nulla di come abbia viaggiato la Cina su 4 ruote. Un paese che ad oggi conta qualcosa come 300 costruttori di automobili, che però non ha ma voluto sentir parlare di auto storiche: oggetti fuori legge e impossibili da collezionare.
Qualcosa negli ultimi tempi sta cambiando, mi ha anticipato Andong, per questo sono curioso di andare a vedere.
Day by Day.
Sono le 23.30 ora locale ( sei ore avanti rispetto all’Italia, dove sono le 17.30 di venerdì 16 settembre) e la mia prima giornata in Cina si chiude con grande fatica ma altrettanta soddisfazione. E’ stato un vero tour de force: partenza dall’aeroporto di Caselle alle 10.55 di giovedì 15; scalo a Parigi e nuovo decollo per Pechino alle 14.00, raggiunta dopo oltre dieci ore di volo alle 6.30 di quello che in Cina è già il giorno dopo. In aereo non sono riuscito a chiudere occhio. Eppure avevo cercato in tutti i modi di conciliare il sonno: dal bicchiere di champagne come aperitivo ad un rinforzo di chardonnet durante il pasto gentilmente offerto da AirFrance.
Neppure tre squallidi film hanno potuto farmi calare la palpebra. Fatto sta che salto la notte e in Cina si parte subito con un nuovo giorno. Lo sbarco dall’aeroplano è abbastanza traumatico. Qui tutto è avvolto da una nebulosa fatta di umidità e inquinamento. Un velo che copre la luce del sole rendendo tutto un po’ sfocato. Non credo sia il massimo vivere tutti i giorni in queste condizioni.
Arrivato in hotel (che si trova ad un’ora di strada a nord di Pechino) mi caricano subito su un altro taxi per riportarmi in città. Dopo una rapida colazione/pranzo da Starbucks, via in direzione della Città Proibita, raggiunta dopo aver attraversato la mitica piazza Tienammen.
E’ sempre più caldo e umido. La Città Proibita è gremita di gente, ma riesce comunque a trasmettere qualcosa di speciale. Spiccano il colore rosso delle mure e le tonalità sgargianti delle decorazioni. I vari edifici centrali sono collegati da piazze e scalinate. Purtroppo non abbiamo tempo per soffermarci ad ammirare i seicento anni di storia che raccontano i suoi selciati ed i suoi legni.
Usciamo e la nostra guida ci porta nel vicino quartiere “798”, interamente dedicato all’arte e alla creatività. E’ tutto un fermento di piccole e grandi attività nelle quali il design la fa da padrone: stilisti di abbigliamento, gallerie d’arte, performance musicali… Una sarabanda di colori e rumori nella quale sguazzano migliaia di giovani. Ci infiliamo nel museo UCCA (Ullens Center for Contemporary Art), che attualmente ospita due mostre: quella dedicata all’architettura dei grandi hotel internazionali cinesi, dal 1978 al 1990, e quella dell’artista contemporaneo Nadim Abbas, originario di Hong Kong.
Per tirare un po’ il fiato, ci siamo poi rifugiati nel sushi bar Timezone 8, giusto di fronte all’UCCA. Un veloce pranzo/merenda di metà pomeriggio prima di tornare all’YQ Island Hotel per ritirare il materiale del Concorso d’Eleganza e fiondarsi alla cena programmata per le 18.30… Accidenti quanto corrono questi cinesi. Per oggi sono riuscito a stargli dietro! E domani, finalmente, tornerò nel mio mondo di vecchi motori.
Foto e testi di Luca Gastaldi