Si è inaugurata La Tenda Verde (Das Grüne Zelt), a cura di Marco Scotini che si colloca quale terzo capitolo di un’ideale trilogia, concludendo il ciclo di mostre con cui il PAV si è proposto di ricostruire una possibile genealogia del rapporto tra pratiche artistiche e coscienza ecologica negli anni ’70 in Europa.
Facendo seguito a Earthrise. Visioni pre-ecologiche nell’arte italiana (2015) ed ecologEast. Arte e natura al di là del Muro (2016), questa nuova mostra intende focalizzare la propria attenzione sull’attività di uno dei più noti artisti della seconda metà del secolo scorso come Joseph Beuys, privilegiando il suo rapporto con le istituzioni politiche e la minaccia della crisi ambientale.
La mostra La Tenda Verde (Das Grüne Zelt), che coincide con il trentennale della scomparsa di Beuys (1986), vuole rendere omaggio all’autore della ‘scultura sociale’, proprio nel luogo fondato da Piero Gilardi che già nel 1967 fu il primo a scrivere di Beuys in Italia.
Nonostante la sterminata letteratura critica sull’attività dell’artista tedesco, soltanto in rari casi questa è riuscita a trasformare la matrice romantica e spirituale della parola natura in quella politica del termine ecologia. Tutto questo a dispetto del fatto che la prospettiva di Beuys militasse in quella direzione tanto da condurlo a presiedere alla fondazione del movimento tedesco dei Verdi che, per un breve periodo, lo ha visto candidato al Parlamento.
“Ovunque in futuro si dovranno innalzare tende verdi su tutto il pianeta! Dovranno essere le incubatrici di una nuova società” è il noto appello di Beuys che, nel 1980, accompagna la nascita del partito. Proprio un grande tendone di colore verde è, infatti, quello che fa la sua comparsa la mattina del 28 settembre 1980 nella Gustaf-Gründgens-Platz di Düsseldorf, di fronte all’edificio dello Schauspielhaus, opera di Alvar Aalto. La tenda allestita da Beuys assieme ai suoi collaboratori serve come reale e ideale punto di riferimento – di raccolta e di organizzazione – della prima campagna elettorale dei Verdi.
Nell’autunno del 1980, di fatto, Beuys è candidato diretto dei Verdi per le elezioni del Bundesstag, assieme a Otto Schily, l’ex- avvocato difensore della RAF e successivo ministro degli interni. Come è noto, questa proposta sarà destinata all’insuccesso come già lo era stata la sua precedente candidatura con i Verdi tedeschi per il Parlamento europeo e per cui Beuys aveva concepito il suo noto poster elettorale L’invincibile (Bei dieser Wahl). Nonostante il ritiro immediato di Beuys dalla scena politica e l’astrattezza costitutiva di certe sue posizioni, una personalità fondamentale come Petra Kelly continuerà a considerare Beuys l’ideologo verde (der grüne Vordenker). E, senza questa esperienza, non sarebbe stata pensabile una delle più grandi azioni della sua ‘plastica sociale’: il progetto del 1982 7000 Querce.
La mostra si avvale della partecipazione con la Collezione Palli, l’Archiv Grünes Gedächtnis, la collezione Giorgio Maffei e altre collezioni private ed è stata realizzata grazie alla collaborazione di Antonio d’Avossa.
PAV | Via Giordano Bruno 31, 10134 – Torino | +39 011 3182235 | press@parcoartevivente.it
Orari: venerdì, 15 – 18; sabato e domenica, 12 – 19; Ingresso: 4 euro; ridotto: 3 euro; gratuito: Abbonamento Torino Musei, Torino+Piemonte Card, minori di 10 anni, over 65, persone con disabilità