Qualcosa di italiano negli archivi Magnum
Fino al 21 maggio prossimo l’Agenzia Magnum propone una selezione di fotografie dei suoi soci defunti e viventi nella sede di Camera -Centro Italiano per la Fotografia.
La curatela è di Walter Guadagnini, neo direttore di Camera, e Arianna Visani. Il titolo dell’esposizione è “L’Italia di Magnum”.
Già nel 2011, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, ci fu una mostra della Magnum a Palazzo Reale di Torino. Si intitolava “L’Italia e gli italiani“.
Ne scrissi QUI.
Rispetto all’evento precedente, qui siamo di fronte ad un’edizione molto ridotta. Le sale espositive di Camera, per l’occasione graziosamente differenziate da gradevoli colori alle pareti, contengono 6 Henri Cartier-Bresson, 4 Martin Parr, questi ultimi esposti come grandi plotterate non eccezionali e incollate direttamente sulle pareti, alcune cose di Paolo Pellegrin e Alex Majoli, più altri nomi. Il susseguirsi è cronologico per periodi grosso modo decennali.
C’è persino quello che immagino fosse un commissionato di Ferdinando Scianna a colori dove si può ammirare il Silvio nazionale ai bei tempi della sua fulgida gioventù negli anni Ottanta. Nessuna ironia nelle immagini, proprio un lavoro editoriale celebrativo di quei tempi.
Nell’insieme, mi pare un’occasione perduta. L’Italia non porta bene alla Magnum. Fanno delle fotografie poco convinti e portano a casa la pagnotta al minimo sindacale. Fine. Su queste basi mettere insieme un filo conduttore veramente coerente, e accattivante perché no, diventa davvero difficile. Penso sarebbe stato meglio lasciar perdere l’Italia e proporre invece estratti dalle serie migliori dei singoli autori, ovunque e in qualunque epoca realizzate. Interessante invece notare il cambiamento negli anni delle mode per quanto riguarda il montaggio delle fotografie. Dalla classica cornice, passepartout e vetro delle origini fino alle pareti intere coperte di fotografie affisse ad imitazione delle affissioni pubblicitarie e delle installazioni di arte contemporanea. Dal rigore al kitsch insomma.
Manca tra l’altro uno che in effetti invece qui da noi era riuscito ad andare oltre l’assolvimento di un incarico, scusate “assignment”, e si tratta di Josef Koudelka. Peccato.
Per celebrare i 70 anni della più celebre agenzia fotogiornalistica del mondo si poteva osare ben di più. L’idea di mettere per forza solo fotografie prese in Italia risulta svantaggiosa perché le cose migliori i fotografi Magnum le hanno fatte altrove.
Diciamo che se si è felici possessori dell’Abbonamento Musei Torino Piemonte, che da quest’anno rende gratuito l’ingresso, e si trova da quelle parti con una mezz’oretta di tempo da perdere, un giro nelle sale se lo può anche fare.
Venire però a Torino apposta, e pagare il biglietto intero, mi sembrano cose ampiamente risparmiabili.
Tra l’altro, in questo momento in città ci sono anche altre mostre di fotografia. Il mio consiglio è di non perdere tempo e andare alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Non metto il link perché hanno il sito hackerato e quindi non visitabile (magari è colpa di Putin). Lì ci sono davvero fotografie da non perdere. Tra le tantissime altre, anche un ritratto di Marcel Duchamp preso da Cartier-Bresson. Questa sì una vera chicca del miglior HCB.
Fulvio Bortolozzo