Inaugurata la mostra Origo, prima collezione dedicata al gioiello contemporaneo di Daniela Boni, torinese di adozione, artista-designer eclettica e cosmopolita dal curriculum ricco e variegato, esposta presso la galleria Creativity di via Carlo Alberto. Le creazioni di Daniela si presentano come originali interpretazioni biomorfe della Natura, che il suo estro ha trasformato in veri e propri oggetti-scultura in pietra e pelle: molte le citazioni e i riferimenti che raccontano la stretta frequentazione con il mondo dell’arte e della moda.
Parte integrante del progetto le splendide immagini, quasi una parallela narrazione, di Marcello Bonfanti, (fotografo di fama internazionale che di recente ha vinto il prestigioso premio Sony World Photography Award) che per l’occasione ha immaginato una donna-albero-in un gioco di mimesi con gli elementi naturali.
Come sei arrivata a realizzare questa collezione?
E’ un percorso che parte da lontano: ho conosciuto Susanna, direttrice di Creativity, nel 2007, quando io stessa mi ero occupata di gioiello contemporaneo curando la mostra ‘Super Craft Super Gift’ al Museo d’arte Applicate di Torino con la direzione di Ezio Biffi Gentili: una collaborazione con il museo nata in realtà due anni prima quando Biffi Gentili selezionò un mio lavoro, una complessa installazione luminosa a parete dal titolo Planetarium con il razzo, per la mostra Alta gradazione al Palazzo dei Conti Botton di Castellamonte nel 2005, installazione poi entrata a far parte della collezione permanente del Museo. Mi è sembrato naturale iniziare questa mia nuova esperienza con lei, con la quale avevo intessuto un bel rapporto personale e professionale già al tempo.
Tu nasci come designer…Quale è stata la tua formazione?
Dopo il diploma di grafico pubblicitario le mie prime esperienze di lavoro sono stata in un teatro di posa come scenografa: lì ho imparato a trattare molti materiali diversi, sperimentando e ideando oggetti d’arredamento come lampade e specchi fino a progettare realizzare ambientazioni più complesse per spazi pubblici e case provate su specifica committenza. Il mio materiale d’elezione è sempre stato il ferro — che ho utilizzato sin da subito per tutte le mie creazioni di design, una bella sfida perché è un materiale complesso, soprattutto per le lampade! Ho lavorato come designer per circa vent’anni ma poi ho dovuto, mio malgrado e nonostante le molte richieste, abbandonare la mia attività perché è un lavoro fisicamente molto faticoso.
Ho iniziato quindi una nuova avventura, lasciando la mia parte creativa “attiva” e dedicandomi alla creatività di altri artisti: ho aperto la galleria Made for Love, mi sono occupata in prima persona della programmazione e della curatela di mostre di artisti diversi: in questo periodo si è riallacciata la mia collaborazione con Susanna perché mi piacciono le contaminazioni, dalla musica alla fotografia, dalla pittura al design, coinvolgendo anche artisti del gioiello e della ceramica che già collaboravano con lei.
E poi sei arrivata a misurati tu stessa con il gioiello contemporaneo…come è scattato questo desiderio?
Così come per il ferro, non so spiegare razionalmente il mio interesse per i gioielli tanto da volerli realizzare in prima persona: è stata come una “visione lucida” che ha aperto una nuova fase creativa della mia vita, una elaborazione originale nata da suggestioni diverse, a partire dal mio coinvolgimento personale con l’ambiente naturale (amo passeggiare nei boschi e osservarne con attenzione i minimi aspetti) sino al mio interesse per i minerali, alla ricerca instancabile su forme e materiali.
I miei gioielli sono realizzati in pelle su cui compio delle ricerche specifiche, hanno una componente fortemente tattile, e prendono forma a partire dalla pietra che scelgo come icona del singolo pezzo, e non viceversa. La forma ricorda la forma degli alberi, dalle radici alla cortecce, dalle liane alle gemme: un’esaltazione di Madre Natura, della sua forza generatrice, forza che racchiude in sé una certa crudezza ma anche il senso primigenio della Bellezza.
Come ti vedi fra cinque anni?
Sento che davvero è iniziata una nuova fase della mia vita, (da cui il nome Origo della mostra, una nuova origine per me, oltre all’origine naturale da cui tutto ha avuto inizio) in cui la creatività, l’artigianalità del fare e la funzionalità possono convivere in oggetti scultura-gioielli portabili, oggetti su cui proiettare emozioni forti, intense, che suggeriscono un forte rapporto con la Natura, con la sua forza, la sua potenza, a cui è impossibile resistere e a cui è bello abbandonarsi.