La nuova sede della galleria in Via Beinasco 16, non lontano dalla galleria Noire e dal Museo Fico, nella Barriera più sperimentale e attiva, diventa occasione per Giorgio Galotti per aggiungere un nuovo capitolo alla sua storia di giovane gallerista propositivo e atipico, a partire dal nome della galleria e dalle voci del sito, di sole consonanti.
Galotti si è spostato da Roma a Torino nel 2013 scegliendo questa città per le potenzialità di centro legato a doppio filo all’arte contemporanea nelle sue matrici storiche e allo stesso tempo aperto alle suggestione europee e internazionali: il suo arrivo è stato immediatamente notato e apprezzato per la originalità e la coerenza delle proposte, tanto da guadagnarsi l’invito tra le nuove proposte in Artissima 2015.
Con una certa irrequietezza che lo porta costantemente a sperimentare e a verificare le proprie energie creative nel 2016 Giorgio ha alzato il proprio livello di rischio promuovendo la fiera DAMA a Palazzo Saluzzo Paesana, 10 giovani gallerie internazionali (inclusa la sua) che sotto la curatela di Domenico de Chirico si sono relazionate con gli spazi barocchi e neoclassici del Palazzo con progetti site specific e programmi performativi.
Il successo di questa nuova proposta, dialogo diretto tra artista galleria e curatore in un spazio complesso, interessante ibrido tra una mostra attentamente curata e una fiera con obbiettivi commerciali ma espressi attraverso nuovi canoni comunicativi, ha condotto Giorgio Galotti a riproporre la seconda edizione della fiera con simili caratteristiche, anche se le sale di Palazzo Saluzzo Paesana risultano già insufficienti per le molte richieste arrivate.
Persino lo spazio di Via Beinasco nasce con un visione che supera le consuetudini espositive: ex garage di 70 mq dalle forme essenziali e pulite nel suo geometrismo rigoroso, è aperta solo su appuntamento e si propone più come un laboratorio-studio neutro, con cui ogni volta gli artisti devono relazionarsi, ambiente con sue caratteristiche pregresse da adattare ogni volta alla creatività dell’artista. Un luogo che diventa totalmente di quest’ultimo, nel quale il visitatore viene accolto con un’attenzione particolare. Lo inaugura, fino al 30 aprile, l’artista polacco Piotr Skiba, che già aveva partecipato a DAMA proprio con Giorgio.
Come è nata l’idea di questa nuova galleria?
Desideravo sperimentare uno spazio diverso che mi permettesse anche essere più autonomo, viaggiare, raggiungere gli artisti nei loro studi, partecipare alle fiere e promuovere attivamente il loro lavoro…la nuova galleria sarà un luogo abitato solo dalle opere, priva di una zona ufficio, quindi tutto il lavoro sarà dove mi troverò io e gli artisti.
Oltretutto essendo romano sono stato sempre molto affascinato dalla figura del gallerista Fabio Sargentini, che per me rimane esempio insuperato di gallerista italiano veramente di rottura, che ha anticipato scelte di diverse decenni, immaginando spazi nuovi, lontani da ogni canone, di pura sperimentazione. Ho cercato uno spazio rettangolare, pulito: ho mandato le immagini ancora da ristrutturare a tutti gli artisti con cui collaboro, e sono stati tutti entusiasti: mi piace l’intensità di dialogo che si è creata con loro.
Hai scelto di inaugurare con Pior Skiba…
Si, Piotr Skiba (1980, Wroclaw -PL) è l’artista che avevo presentato in occasione di Dama lo scorso novembre. Piotr presenta un intervento site specific composto da un’installazione di grandi dimensioni, all’apparenza un tessuto che si dipana al centro della galleria, in realtà realizzato con il rame dei filtri industriali, e una a parete di più piccole dimensioni che riflette concettualmente sul luogo in cui è ospitata; una terza installazione sul tetto richiama il concetto della filtrazione, questa volta attraverso un elemento naturale.
Come si svolgerà la programmazione?
A seguire presenterò l’artista brasiliana Renata De Bonis, con una serie di opere prodotte durante la sua residenza a Torino a Cripta 747. Il programma della galleria sarà incentrato su personali e doppie personali, il mio intento è di avere artisti che lavorino con tutti i media; alle mostre affiancherò una collana di edizioni d’artista della galleria (incisioni, litografie, gum print) in collaborazione con Gate44, una stamperia milanese che utilizza tecniche di stampa storiche.
Hai deciso di riproporre DAMA? Come è andata in termini di vendite?
DAMA era alla sua prima edizione e ha avuto molto successo, sia fra gli addetti ai lavori che tra i collezionisti, e si è anche molto venduto. La fiera si riproporrà con il solo problema che abbiamo avuto molto richieste e avremmo bisogno di moltiplicare le sale Di Palazzo Saluzzo Paesana! Dal mio punto di vista è stata un’esperienza ottima: si è creato un gruppo di lavoro di persone che hanno davvero condiviso l’esperienza in modo fattivo e progettuale, per cui sono nate in quella sede idee per progetti importanti in tutta Europa, collaborazioni che si svilupperanno a breve e hanno attivato nuove possibilità per le gallerie e gli artisti che hanno partecipato, che poi è l’aspetto che mi interessa di più.