Un oggetto rotto può essere altrettanto bello quanto un oggetto perfetto.
È questo l’assunto da cui parte la ricerca dell’artista Bouke de Vries (Utrecht, 1960) le cui opere, molte note sul panorama internazionale, sono oggi esposte per la prima volta in museo italiano. Un-damaged. Memorie dal contemporaneo, un progetto a cura di Alessandro Turci con la direzione scientifica di Christiana Fissore, è al Museo della Ceramica di Mondovì sino al prossimo 7 gennaio.
Sulle ragioni di tale collaborazione tra il Museo e l’artista anglo-olandese interviene la Direttrice del Museo, Christiana Fissore: “La poetica di Bouke de Vries ha incontrato felicemente la storia del Museo della Ceramica, nato per custodire e conservare la memoria di una tradizione plurisecolare legata alla ceramica, la cui produzione, qui a Mondovì, si è interrotta intorno agli anni ‘70 del ‘900.
Come progetto site-specific per il nostro museo l’artista ha lavorato su frammenti originali di antica e preziosa fattura scartati e dimenticati, in parte messi a disposizione dal nostro territorio, che sono diventate ora nuove opere d’arte, ricomponendone frammenti e storie: una memoria che continua a rinnovarsi e generare nuova bellezza.
Il curatore Alessandro Turci ricorda l’esperienza nella moda di De Vries, che emerge nel gusto squisito degli accostamenti, nella sapienza estetica delle sue composizioni, vere e proprie nature morte spesso realizzate con l’ausilio di fiori, animali impagliati, frutti in cera.
A questa sua sensibilità ben si affianca la professione di restauratore di ceramiche antiche: “… L’artista ricompone ceramiche rotte, alcune di queste molto preziose, che hanno perso la loro dignità di oggetto. Per la nostra sensibilità occidentale una frattura danneggia gravemente, se non irrimediabilmente, il valore di un’opera, per cui si cerca, ove possibile, di nasconderla con un buon restauro, altrimenti ci si disfa dell’oggetto stesso; in Oriente, al contrario, la rottura viene celebrata come parte della storia dell’opera, persino evidenziata, donando nuova armonia”…” Gli opposti (damaged-undamaged) si incontrano in un comune senso ritrovato che genera bellezza per ricomporre, recuperare, capire il giusto valore delle cose, del tempo, della memoria”.
In mostra sette opere: la giara a bozzolo è riparata con la tecnica Kintsugi, una lacca d’oro che esalta il danno dell’oggetto diventando parte della sua nuova identità; l’artista ne ha fotografato anche ogni frammento per mostrare la bellezza e la struttura del singolo elemento, che va a ricomporre armonicamente il tutto.
Un altro vaso, Resurrection Jar, è come cristallizzato nel momento dell’esplosione o, viceversa, della sua ricomposizione: intorno ad esse si librano farfalle, che nell’iconografia nordica simboleggiano la resurrezione di Cristo, proprio come il vaso che risorge a nuova forma. Indubbio qui, come nel vaso con frutti e il martin pescatore, il riferimento alle nature morte, proprie della cultura nordica e in special modo olandese, a cui afferisce de Vries.
Al centro della sala l’Imperatrice Cyber, una delicata bambola / statua in cui sono presenti, rivisitati, elementi tradizionali della cultura Cinese quali l’abito e i ricami, riferibili alla cerimonia funebre della dinastia Han; l’artista crea un collegamento con la Cina contemporanea attraverso l’uso di micro chip, verdi come la giada che anticamente si applicava.
Sulle pareti, in muto dialogo, si contrappongono le mappe della Cina e dell’Italia: come ricorda l’artista, la prima mappa composta con frammenti di ceramica fu quella del suo paese di origine, l’Olanda, ottenuta combinando frammenti archeologici della Ceramica di Delft.
Per Mondovì l’artista ha voluto celebrare il paese che lo ospita con una mappa dello stivale, forma iconica estremamente riconoscibile, realizzata con una serie di frammenti policromi che si contrappongono al bianco e azzurro della mappa della Cina, prodotta con frammenti di porcellane cinesi del XVIII e XIX sec., suggerendo simbolicamente un’ideale dialogo tra Storia e cultura dei due Paesi.
Fino al 17 dicembre è inoltre possibile visitare all’ultimo piano del Museo “Il caso Manet. Indagini sul Signor Arnaud a cavallo della GAM di Milano”, ultimo grande appuntamento culturale organizzato dalla Fondazione CRC per festeggiare 25 anni di attività . L’evento espositivo porta in provincia di Cuneo un grande dipinto del noto pittore impressionista francese Edouard Manet (1832-1883) “Il Signor Arnaud a cavallo”, a seguito delle indagini scientifiche appena realizzate dal Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”.