Festa della donna.
“Donna, se’ tanto grande e tanto vali …”
Una potenza ontologica che spiazza tutti ? La donna! Poeti, filosofi, teologi, pittori, artisti. Parlarne in vista della giornata mondiale della donna, che ricorre l’8 marzo è un dovere lecito e voluto. Mi farò aiutare da due libri: Ogni storia è una storia d’amore di Alessandro D’Avenia e Generare Dio di Massimo Cacciari.
Due libri apparentemente contrapposti, due scrittori completamente diversi: filosofo veneziano il primo, letterato siciliano il secondo. In comune un argomento alquanto dibattuto e fortemente controverso: il genio femminile nel tempo e la potenza di Dio attraverso una donna. Il confronto è volutamente forzato per ribadire il grande dono della femminilità dentro la storia.
Le annunciazioni di Massimo Cacciari e le devozioni di Alessandro D’avenia si incontrano nello splendore dell’arte e nella passione mitologica, che interroga e si interroga sul ruolo della donna, sia essa Euridice, la Vergine col Bambino, una caparbia e devota compagna o una cinica avversaria di vita.
Ambedue gli scrittori tessono una lunga storia d’amore, ambedue parlano di riso, pianto, odio, perdono, di rabbia, pace, sofferenza o gioia.Il cammino intellettuale tracciato da Massimo Cacciari conduce il lettore alla scoperta del mistero dell’incarnazione, a meditare su Colei che medita e che nell’ombra genera la luce.
Attraverso gli eterni dipinti di Andrea Mantegna, Giovanni Bellini, Simone Martini, Lippo Lemmi, Piero della Francesca e il Beato Angelico, Massimo Cacciari quasi con timorosa meraviglia cerca di raccontare, per immagini, l’enigmaticità della storia di Maria. Una storia senza tempo, una storia generata nel tempo che sovrasta l’impossibilità di un “sì”. E’ difficile pensare ad una donna che sceglie di concepire perché prima è scelta, che genera senza conoscere di generare, che non smette di chiedere, di domandare, di penetrare il Mistero.
Massimo Cacciari, attraverso queste icone mariane decanta una donna che ha saputo osare, che ha voluto vivere la vita di una scelta nella scelta di una Vita, attraverso la prova del turbamento, della paura, dell’angoscia, della rivelazione.
La donna, per eccellenza: Maria! Colei che insegna ad interpretare il signum e ad accoglierlo, declinando un cammino in salita mai facile, ma felice.
Le donne di Alessandro d’Avenia, invece, sono le donne di sempre, le donne che hanno reso grandi gli uomini “grandi” nel silenzio della solitudine o dell’abbandono, delle privazioni e delle rinunce. Muse ispiratrici tanto amate quanto odiate a volte, muse perseguitate, svuotate o esaltate. I destini di trentasei donne, che diventano custodi dei destini degli altri si dipanano lentamente sulla scia del sentimento amoroso e diventano donazione, abnegazione, tensione, follia, morte.
Alessandro D’Avenia chiosa Ovidio più volte attraverso il mito di Orfeo ed Euridice, per liberare l’amore, per narrare attraverso i nomi delle donne presentate nel libro, la passione di anime inquiete, che vivono le follie dell’altro e per l’altro, incondizionatamente. Cacciari e D’Avenia, nella loro tensione ad infinitum suggellano una semplice verità: ogni donna è una presenza ontologica importante in ogni singola storia umana.
Figlia, madre, sposa, amante, educatrice, lavoratrice, la donna nella sua continua ricerca espressiva celebra se stessa in quanto dono. Festeggiare l’8 marzo allora significa festeggiare sempre, festeggiare il senso della forza e del coraggio di migliaia di donne, che ogni giorno nel proprio silenzio e con estrema discrezione sorridono alla vita e lottano per difenderla fino alla fine.
Ricordare l’8 marzo significa richiamare alla memoria tutte le conquiste politiche, economiche e sociali che molte, nel completo anonimato hanno ottenuto con grandi sofferenze e rinunce. Parlare della Giornata internazionale della donna vuol dire, forse, riattivare in lei l’audacia di osare, di apprezzarsi, di conoscersi, di interpretarsi, di difendersi, di tutelarsi, di amarsi.
La Giornata internazionale della Donna non è soltanto una rivendicazione femminile, una battaglia e una lotta per i diritti di genere, contro la violenza e la discriminazione, ma il simbolo cosmico di un miracolo, che rimanda alla vita e al mistero e, parafrasando Madre Teresa di Calcutta, a quella potenza speciale di amore che hanno le donne.
Maria Giovanna Iannizzi