Il nuovo Prorettore del Politecnico di Torino è Patrizia Lombardi, Professore Ordinario del Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio, Membro effettivo del Collegio di Architettura e Membro effettivo del Collegio di Pianificazione e Progettazione.

Politecnico di Torino

Patrizia Lombardi

Abbiamo deciso di incontrarla per conoscerla e per rivolgerle qualche domanda. Poco tempo addietro avevamo intervistato l’attuale Rettore del Politecnico, il professor Guido Saracco al momento della sua candidatura. Qui il link all’intervista. http://www.gazzettatorino.it/18004-2
L’ufficio dove ci accoglie il nuovo Prorettore è luminoso, arredato con  sobrietà ma pregiato dal design di un tavolo progettato da Mollino.
La prima domanda riguarda cosa comporta questa importante carica, quali sono i doveri che le competono.
Il mio ruolo è di fare le veci del Rettore, in sua assenza o per impedimenti, oltre a ciò sono impegnata in tutta una serie di doveri e adempimenti, tra questi presenziare nel senato e nel cda e naturalmente supportare il Rettore nelle sue attività. Non ho delle deleghe specifiche, tranne una. La delega nel campo della sostenibilità. Questo esplicitamente voluto, perché io prima avevo questo come incarico; nel team del Politecnico il gruppo di lavoro che si occupa della sostenibilità, cioè rendere più sostenibili i processi, in un campus grande come il nostro è molto importante.
L’università ha tre missioni principali, la prima è l’educazione la seconda la ricerca e la terza è di avere un ruolo attivo nella società; non solo il trasferimento tecnologico, ma il coinvolgimento e la condivisione della conoscenza, quindi l’attenzione alle risorse del pianeta. Il Poltecnico ha aderito dell’Agenda 2030.
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Gli Obiettivi per lo Sviluppo vertono su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo: la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico, per citarne solo alcuni. ‘Obiettivi comuni’ significa che essi riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità.
Quindi ci sono questi tra gli obiettivi in capo al Prorettore…?
Si certo. Prendiamo l’Energia..
Dal 2008 abbiamo messo a punto una cabina di regia che si chiama living Lab, che si occupa di monitorare i consumi energetici di tutta la struttura, abbiamo quattro sedi. Il Living Lab è l’unità di controllo centralizzato di tutti i sistemi di monitoraggio attivi. Permette di verificare l’andamento dei consumi delle diverse fonti energetiche utilizzate dal Politecnico e costituisce un laboratorio dimostrativo delle potenzialità di efficientamento degli edifici e impianti dell’ateneo. Esiste un portale Living Lab che rappresenta l’interfaccia di comunicazione e interazione con gli utenti allo scopo di sensibilizzare e rafforzare la cultura della sostenibilità e del risparmio energetico.
L’utilizzo consapevole, informato e responsabile delle fonti energetiche di cui si approvvigiona il Politecnico per garantire servizi quali l’elettricità, il riscaldamento, la climatizzazione, rappresenta un fattore chiave per contribuire a ottimizzare i consumi e favorire il risparmio energetico. Inoltre il Poli produce energia e compra energia verde.
Il nostro impatto risulta molto forte sulla mobilità. Il problema è proprio quello, su questo aspetto dobbiamo lavorare in sinergia con la città. Aderendo all’agenda 2030, dovremmo diminuire dell’80% le nostre emissioni. I nostri riferimento per la didattica e la ricerca sono mappate su questi intenti, che nell’agenda vengono definiti goal. Il “Green Team”, è un gruppo interno di professori, studenti, personale amministrativo e ricercatori che incoraggia il Politecnico ad affrontare sfide ambientali e sociali, è ed stato istituito nel 2015.
Questa squadra è destinata a guidare il Politecnico verso la missione di sostenibilità universitaria, come affermato nel piano strategico Horizon 2020: un’integrazione globale della sostenibilità nella ricerca universitaria, nell’insegnamento, nell’informazione e nelle attività che prepara gli studenti, la facoltà e il personale a essere leader della sostenibilità, un sistema che coinvolge 35mila studenti e 900 docenti. Il Libro del Rettore Saracco “Chimica Verde 2.0” analizza queste questioni, imparare dalla natura a combattere il riscaldamento globale.
Come Architetto, il mio impegno è di pensare a come evitare di emettere troppa Co2 nel pianeta. L’incarico è previsto per un periodo di sei anni, tre più tre, innanzitutto dobbiamo essere una comunità coesa che lavora insieme, nell’interesse dei propri utenti: gli studenti, coloro che aprono al futuro, rilanciare il paese e fare sistema, nell’accezione più positiva. Perseguire le nostre tre missioni, noi laureiamo figure che hanno una competenza professionale, ma saranno anche i  manager del futuro. Andare a far esperienza all’estero, ma avere le condizioni per poter tornare e la voglia. Attenzione quando parlo di estero non intendo l’Europa ma bensì la Cina, abbiamo anche un delegato Cina, tra i nostri sei delegati.
Politecnico di Torino
Il mercato è là ?
La platea oggi si divide in due: chi lavora con la Cina e chi no. Infatti, in Cina abbiamo un sacco di attività, le relazioni sono buone e continue, direi con tutta l’Asia. L’Europa a confronto è un francobollo.
Nella tua crescita personale di docente e di intellettuale vi sono stati dei pensatori, delle figure di riferimento d’ispirazione a cui guardare, personalità che ti hanno influenzato ? 
Alla mia nomina ho portato l’esempio di mia zia Lella Lombardi, la seconda donna a guidare una monoposto di Formula 1, l’unica a giungere in zona punti nonché quella che disputò più Gran Premi. Lei è stata importante per me, la sua forza, il suo esempio.
E’ il mentore ? Mahatma Gandhi. E poi le esperienze all’estero.
In Inghilterra, dove ho fatto il dottorato ho imparato tanto. Sono entrata in una comunità scientifica, ho imparato come si fa ricerca, ad avere un metodo scientifico, in Italia fino a una ventina di anni fa era un po’ una mistica.
La lingua mi ha aperto delle notevoli possibilità, di cooperazione e di scambio, condividendo crescita e conoscenza. Insieme ad occasioni di lavoro sempre più interdisciplinari, interagendo con altri settori.
Come città abbiamo una prospettiva di sviluppo ?
La nostra città, il nostro territorio, ha bisogno di una classe dirigente che abbia una visione, senza dimenticare che questa è una città universitaria. E sono proprio le città Universitarie quelle in grado di portare sviluppo e nuove attività. Si deve pensare ad un progetto di lungo periodo, da fare un passo per volta.
Politecnico di Torino

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