Parlamento Europeo.
“I nostri valori e la nostra stessa identità europea affondano le loro radici in oltre 3000 anni di storia e cultura. Dalle antiche civiltà europee agli splendori del rinascimento con Leonardo da Vinci, Erasmo da Rotterdam e Van Eyck, dal barocco di Caravaggio, Bach o Velázquez sino al secolo dei lumi di Voltaire, la creatività europea ha forgiato un patrimonio immenso, inestimabile. Siamo il continente con oltre la metà dei siti Unesco, riconosciuti patrimonio dell’umanità”. Lo ha affermato il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, nell’aprire a Bruxelles la conferenza di alto livello sull’anno europeo del Patrimonio culturale.
L’evento – “Cultural heritage in Europe: linking past and future” – è inserito nel quadro delle iniziative per l’Anno europeo 2018 dedicato al patrimonio culturale. Tajani ha tenuto un discorso sull’importanza delle industrie creative e culturali, in Europa. Sono intervenuti tra gli altri, il commissario europeo per la cultura, Tibor Navracsics, e vari rappresentanti dei governi nazionali e regionali, della società civile e dell’industria. “Ancor prima dell’economia, è la cultura – aggiunge Tajani – che contraddistingue, avvicina e unisce i popoli europei, offrendo una solida base per imprimere nuovo slancio al progetto dell’Unione”.
“Con questa iniziativa abbiamo riportato l’attenzione sull’importanza, centrale e strategica, del patrimonio culturale europeo. La nostra identità comune affonda le radici in oltre tremila anni di storia e cultura. Questa identità è sorta tra le isole e sulle sponde del Mediterraneo, lungo i fiumi, frutto di uno scambio incessante di idee, conoscenze e merci. Un viaggio proseguito lungo le grandi vie consolari, negli anfiteatri, con le opere filosofiche, con i generi della satira, del teatro comico e della tragedia”, ha dichiarato il Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, aprendo a Bruxelles i lavori della Conferenza di alto livello sul Patrimonio culturale europeo.
“Grazie al suo patrimonio storico, l’Europa è all’avanguardia nelle industrie creative e culturali. Il nostro continente è leader nel coniugare e fondere stile, design e bellezza con tecnologia, innovazione e saper fare industriale. Questi settori sono tra i più dinamici della nostra economia, in quanto offrono nuove opportunità di crescita e occupazione qualificata, soprattutto per i giovani. Per ogni singolo posto di lavoro diretto, le industrie culturali ne generano 27 indiretti; molti di più rispetto alla stessa industria dell’auto, tanto per fare un esempio. Tuttavia, la creatività necessita investimenti e condizioni favorevoli. Senza un giusto compenso e remunerazione, la creatività rischia di indebolirsi e spegnersi. Troppo spesso le piattaforme online diffondono in rete musica, film, libri o testi giornalisti, senza corrispondere alcun compenso agli autori. L’Unione deve garantire il buon funzionamento del mercato digitale, assicurando un’effettiva protezione dei diritti d’autore. Il patrimonio culturale resta un elemento chiave per l’economia e l’attrattività delle regioni e delle città europee. L’innovazione è la via maestra per valorizzare questo enorme potenziale”, ha concluso Tajani.
Oltre a Tajani, sono intervenuti il Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, il Commissario europeo responsabile per la Cultura e l’Educazione, Tibor Navracsiscs, nonché numerosi rappresentanti dei governi nazionali e regionali, della società civile e dell’industria.
Jean-Michel Jarre, compositore, esecutore e produttore discografico, Daniel Barenboim, pianista e direttore d’orchestra, Ezio Bosso, direttore d’orchestra e compositore torinese, Radu Mihaileanu, regista, presidente di ARP (Società civile per scrittori, registi e produttori) e Thierry Marx, chef e Mathilde De L’Ecotais, fotografo, regista e designer, prenderanno parte all’evento.
Tenuto nel quadro delle iniziative del “Parlamento dei cittadini” e dell’Anno europeo 2018 del Patrimonio culturale, l’evento “Cultural heritage in Europe: linking past and future” è stato accompagnato da mostre e spettacoli di musica classica e contemporanea.
Il Discorso in esteso del Presidente Tajani:
Sono onorato di inaugurare questa conferenza sul Patrimonio Culturale europeo, organizzata nell’ambito dell’Anno del Patrimonio Culturale europeo 2018.
Si tratta di una iniziativa per cui il Parlamento, con la Commissione Cultura e Istruzione, si è particolarmente impegnato.
Voglio ringraziare tutti voi per essere qui oggi, a partire dai musicisti della banda della European Union Youth Orchestra, che hanno meravigliosamente’ eseguito le note di Howarth, Verdi e Beethoven.
Ringrazio inoltre gli artisti della Orchestra “Europa in canto”. Soprattutto i 40 bambini da 6 a 12 anni che si esibiranno con alcune arie dall’Aida. Ciao ragazzi! Qui in Parlamento, nella casa dei cittadini, siamo convinti che la creatività sia l’anima del nostro essere europei.
Oggi abbiamo invitato tanti prestigiosi “testimonial” del genio europeo. Siamo orgogliosi di dare il benvenuto a Jean-Michel Jarre, compositore, musicista e produttore; al Maestro Daniel Barenboim, pianista e direttore; a Ezio Bosso, direttore e compositore; a Thierry Marx, cuoco (chef); a Mathilde de L’Ecotais, fotografa e designer; e a Radu Mihaileanu, regista e presidente onorario della giuria del premio “Lux”, istituito dal Parlamento nel 2007. Vi ringrazio davvero per essere qui con noi.
Con l’evento di oggi vogliamo invitare i nostri cittadini a riscoprire l’importanza del patrimonio culturale europeo. Gli oltre tremila anni di storia in cui affondano le nostre radici e che hanno forgiato la nostra identità comune.
Se siamo riusciti a costruire insieme un’Unione basata sulla condivisione di valori, con al centro la libertà e la dignità della persona, lo dobbiamo prima di tutto a questa storia. Questa identità è nata tra le isole e sulle rive del Mediterraneo, lungo i fiumi, in un viaggio continuo di scambi e mescolanza di merci e di idee. Un viaggio proseguito lungo le grandi vie consolari, negli anfiteatri, con le opere filosofiche e quella di satira, il teatro comico e la tragedia.
E’ continuato nelle abbazie medioevali che hanno trasmesso il nostro sapere antico. Nelle prime università, con il pellegrinare di studenti da tutta Europa. Nei liberi comuni, nei porti franchi, sempre aperti all’avventura di nuovi sbocchi commerciali e nuove terre da esplorare.
Fino al Rinascimento, all’Illuminismo, al Romanticismo, al pensiero moderno, in una continua contaminazione tra geni da ogni parte d’Europa: da Dante a Shakespeare, da Caravaggio a Rembrandt, da Moliere a Goethe, da Bach a Mozart, da Voltaire a Manzoni, da Van Gogh a Picasso, da Camus a Pirandello.
Grazie a questo viaggio straordinario metà del patrimonio mondiale dell’UNESCO si trova in Europa. Noi europei sappiamo chi siamo e non dobbiamo avere paura di essere aperti al confronto con altre culture.
Grazie a questa storia, l’Europa è all’avanguardia nelle industrie culturali e creative, dove bellezza, design, stile si fondono con tecnologia e saper fare industriale, nella continua ricerca dell’eccellenza. Questi settori sono tra i più dinamici, aprono opportunità di crescita e creano nuovi lavori qualificati per i giovani. Si stima, per ogni posto di lavoro diretto, il settore culturale ne generi 27 indiretti, molti di più dell’industria dell’auto, per fare un esempio. 7.8 milioni di persone nell’Unione europea lavorano nell’industria culturale e creativa.
Il dibattito di oggi sarà dedicato anche alle sfide per tutelare e promuovere i processi creativi nell’era digitale. Senza un’azione decisa per preservare la nostra creatività a soffrirne sarà tutta l’economia del continente. Dobbiamo sostenere i nostri ragazzi che sognano di diventare scrittori, registi, musicisti, disegnatori, cuochi, in un mondo dominato da giganti della tecnologia. Va garantita un’ampia offerta culturale, evitando l’omologazione.
Il Parlamento europeo è in prima linea in queste sfide. Vorrei ringraziare i miei colleghi per l’ottimo lavoro svolto sulla modifica della direttiva sui servizi dei media audio-visivi, che prevede l’inclusione di quote di contenuti europei sulle piattaforme di video-on-demand. Anche iniziative quali il premio “Lux” contribuiscono alla diversità culturale nel cinema.
La creatività necessita d’investimenti e dedizione e si spegne senza una giusta remunerazione. Non possiamo più tollerare che la creatività europea sia sfruttata per arricchire i giganti del web. Troppo spesso le piattaforme diffondono in rete musica, film o testi giornalisti e letterari senza compensi; oppure consentono contraffazioni di proprietà intellettuale su moda o design.
L’Unione deve garantire il buon funzionamento del mercato digitale assicurando un’effettiva protezione dei diritti d’autore. Dovunque andiamo nel mondo, Europa è sinonimo di stile, saper fare e bellezza. E’ la nostra forza, una leadership indiscussa a livello globale. Questo patrimonio non può essere delocalizzato. E’ il vero volano per un nuovo Rinascimento politico ed economico.
Nei prossimi 10 anni il numero dei viaggiatori internazionali raddoppierà, arrivando a 2 miliardi. In buona parte sarà composto da una nuova classe emergente, soprattutto dall’Asia, con potere di spesa. Questi nuovi viaggiatori cercano la bellezza, lo stile, il design, la moda, il cibo di noi europei. Possono essere una fonte inesauribile di nova domanda di beni e servizi, di export. Con ricadute su tutti i settori chiave dalla nostra economia: trasporti, costruzioni, commercio, cantieristica, moda o agroalimentare.
Il patrimonio culturale è un elemento chiave per l’economia e l’attrattività delle regioni e delle città europee. L’innovazione è la via per incentivare questo potenziale. Pensiamo ai musei digitalizzati o a viaggi nel tempo con realtà aumentata nei nostri siti archeologici, al turismo industriale o ai viaggi alla scoperta della cultura enogastronomica locale. Al termine della sessione di apertura, un reportage prodotto da ARTE ci mostrerà esempi di come la rivoluzione digitale contribuisce a rivitalizzare la nostra eredità. L’ambizioso progetto “Macchina del tempo di Venezia” mira a digitalizzare 10 secoli di archivi della città di Venezia. Il suo obiettivo è far tornare in vita la Venezia del passato, rendendola accessibile in 4 dimensioni.
Signore e signori,
Il patrimonio culturale rappresenta non solo le nostre radici ma soprattutto il nostro futuro. Un sentimento comune europeo non si crea soltanto attraverso economia e sicurezza.
L’anno del Patrimonio Culturale europeo è un’occasione che non possiamo perdere per riscoprire la straordinaria diversità culturale su cui si fonda la nostra avventura europea. Solo prendnedo condapevolezza e rimettendo al centro la dimensione culturale possiamo evitare la fine del sogno europeo.
Luca Rolandi, inviato a Bruxelles