Prima gli italiani. Davanti a tutti e senza remore.
Si, prima gli italiani, soprattutto se hanno qualcosa da dire, qualcosa da insegnare, se sanno aprire ad un pensiero, se ci accompagnano in armonia verso la celebrazione di immagini che generino un sussulto, un riflusso di epifania che indichino con dolcezza “il punto morto del mondo, l’anello che non tiene, il filo da sbrogliare che finalmente ci metta nel mezzo di una verità”, come scriveva un grande poeta, italiano anche lui, raramente primo se non, di quando in quando, nei versi.
A condurci nel mezzo di una verità, che ci ri-guarda da vicino, sono i quattordici artisti italiani e le loro 100 fotografie, selezionate con intelligenza affettuosa, ed esposte al primo piano della Galleria d’Arte Moderna di Torino.
Ci voleva la sensibilità di Riccardo Passoni, oggi Direttore del museo cittadino e curatore di queste “Suggestioni d’Italia” per riportare a galla una parte della grande collezione che è custodita negli archivi unendola ad un selezionato prestito della Fondazione CRT.
Realizzate dalla fine del secondo dopoguerra ai primi anni Duemila, le foto provano a raccontare l’Italia, o un’idea di essa con le immagini.Il paesaggio e le città per primi, identificano la nostra penisola esplorata da questi 14 grandi fotografi, che gettano la loro curiosità nell’architettura come nella dimensione umana e sociale.
Le foto, in bianco nero e a colori, delineano un grande ‘esterno’, dall’arco alpino e toccano grandi città come Torino e Milano, per proseguire lungo la dorsale emiliana fino a scendere verso il Sud, tra Napoli, Matera, e infine toccare la Sicilia.
Prima gli italiani, perché questi tipi di italiani non mancano di poesia, di allegria, del saper elargire bellezza semplicemente indicandola o prelevandola, per usare un’espressione di quel mondo.
Ma chi sono questi italiani, di cui è bello pensarli primi ?
Uno di essi si chiama Nino Migliori, Bologna gli ha dato i natali nel 1926 e alla presentazione della mostra era presente ma, pur essendo un ospite importante, un fotografo preceduto dalla propria fama, ha preferito accomodarsi in terza fila, pure un po’ di lato.
Allora eccoli i primi: Nino Migliori, Gianni Berengo Gardin, Mario Cresci, Mimmo Jodice, Mario Giacomelli, Franco Fontana, Luigi Ghirri, Ugo Mulas, Ferdinando Scianna, Gabriele Basilico, Aurelio Amendola, Enzo Obiso e, unica donna Bruna Biamino.
Torino è omaggiata con alcuni scatti di Basilico, tra questi spicca per chi scrive, un’immagine straordinaria di Largo Orbassano. Chi conosce la città sa che è un deserto urbanistico, un’euforia di desolazione cementizia larga e vuota. Eppure a guardarla e poi inquadrarla come sapeva fare lui, ci si trova di fronte qualcosa che ha un disegno e il disegno un’anima.
Una parte non trascurabile della storia italiana della fotografia si snoda con inalterata qualità alla pareti della Galleria d’Arte Moderna di Torino, non ri-conoscerla o peggio che mai non conoscerla è una colpa senz’altro grave a cui si può porre rimedio.
Da subito.
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