Nella cornice del Torino Design of the City, la manifestazione cittadina dedicata al design, si è parlato di «design fiction», al Circolo del Design.
Il design fiction, a primo acchito, non sembra riguardare il design. È una metodologia di pensiero attraverso la quale si può immaginare e progettare un oggetto che oggi non esiste, e non può ancora esistere, ma che potrebbe essere utilizzato in un futuro prossimo.
Inventare – e progettare – il cellulare del futuro che permetterà la proiezione di ologrammi è design fiction (la tecnologia olografica è ancora agli esordi); inventare la biblioteca del futuro che permetterà l’archiviazione di tutto lo scibile è design fiction (le questioni relative al copyright e all’uso dei documenti digitali oggi sono ancora troppo restrittive). Ma inventare tali oggetti significa anche, parallelamente, immaginare futuri possibili e situazioni verosimili che necessariamente partono da una riflessione critica sulla società odierna (si parla, a proposito di critical design)
D’altronde, come scrive Isaac Asimov, scrittore russo del XX secolo, “il desiderio di conoscere i nostri destini individuali è stato collegato, attraverso i secoli, con il nostro desiderio di predire ciò che ne sarà di tutta l’umanità, per comprendere nella sua complessità la Grande Storia”.
L’iniziativa al Circolo del Design è organizzata dall’associazione culturale Novus Lab, in collaborazione con l’Istituto Europeo di Design di Torino. Proprio in questa sede, lo scorso settembre, gli studenti del secondo e terzo anno si sono cimentati in un workshop di design fiction che utilizza un gioco di carte per creare combinazioni di scenari di futuri possibili. Nel corso di tre giornate di ideazione condivisa, progettazione cooperativa e modellazione tridimensionale, i partecipanti hanno dato vita a 5 oggetti e 5 relativi «mondi possibili».
Il 19 ottobre, infine, nella medesima location, sarà possibile per il pubblico partecipare al workshop «The thing from the future» a partire dalle 10.00.
Federico Biggio
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