Olivetti Makes
C’è un po’ di Torino oggi a Mexico City. Un pezzo di Torino e del Piemonte; non è il solito folklore eno –gastronomico: è un pezzo di storia che sa di cultura, di sapere, di capacità, di futuro. È la storia della Olivetti di Ivrea.
La storia di 110 anni di una impresa che dal piccolo Piemonte seppe creare un impero che si era ampiamente esteso fino ad avere , già nel 1968, anche quattro sedi in Messico. Una impresa che ha avuto il difetto di essere stata troppo avanti sui tempi: non si parlava solo di informatica, allora, ma già si discuteva di temi sociali, di futuro del pianeta. Argomenti che oggi sono ormai emergenza quotidiana.
La mostra “Olivetti Makes” è uno dei molti eventi allestiti in occasione della grandiosa e compiaciuta celebrazione dei 50 anni dai giochi olimpici di Città del Messico: grande fu allora la responsabilità della Olivetti: infatti alla società di Ivrea era stata affidata tutta la parte informatica.
Situata nello sfarzoso Palazzo delle Belle Arti, luogo dove dimorano anche celeberrimi affreschi di Diego Rivera, Siqueiros e Tamayo, la mostra è a cura del Prof. Pier Paolo Peruccio del Politecnico di Torino; inaugurata l’11 ottobre 2018, sarà visitabile fino al 13 gennaio 2019.
Mette un certo orgoglio vedere come cinquant’anni fa l’Italia battesse letteralmente il tempo al mondo intero. Mette però una gran tristezza il raffronto con l’oggi: dopo solo mezzo secolo, nella stessa Ivrea molti sulla Olivetti sanno poco o nulla o fingono di non sapere. E intanto l’Italia si volta dall’altra parte e continua a ballare sul ponte del Titanic.
Paola Assom