Ute Lemper ha incantato con la sua voce il suo stile inconfondibile e leggiadro il conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino con una performance davvero indimenticabile.
Il concerto – evento “Songs of Eternity”, canzoni sulle vittime dell’Olocausto composte nei lager tra il 1941 e il 1944, ha visto protagonista la cantante tedesca con marito ebreo, sensibile interprete delle canzoni nate nei ghetti e nei campi di concentramento da musicisti ebrei deportati, più volte paragonata a una delle dive più amate della prima parte del ‘900.
Un concerto, nato nell’ambito delle iniziative per il giorno della Memoria, organizzato dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte e dal Polo del ‘900, con il sostegno della Compagnia di San Paolo e della Fondazione CRT, in collaborazione con il Goethe-Institut Turin e con il patrocinio della Città di Torino e della Comunità Ebraica di Torino.
“Stasera compiamo un viaggio, doloroso e difficile, ma necessario, rievochiamo con le note la tragedia di tanti deportati, per non dimenticare”, ha commentato durante il concerto Ute Lemper. Sul palco la versatile artista è stata accompagnata da quattro straordinari musicisti: Vana Gierig pianoforte, Daniel Hoffman violino, Gilad arel clarinetto, Romain Lecuyer contrabbasso. Il suggestivo percorso ha evocato in musica tante microstorie, fra dolore e speranza, paura e coraggio, attraverso una varietà di generi musicali, dal tango al klezmer alle sonorità jazzistiche.
In mattinata Ute Lemper ha incontrato al Polo del ‘900 gli studenti di alcune scuole di Torino raccontando il suo percorso di artista che si è sempre impegnata sul fronte della memoria e del ricordo dell’Olocausto e per la denuncia di ogni rigurgito antisemita e nazifascista.
Ute Lemper prosegue il suo tour in Italia con una replica al Toselli di Cuneo questa sera di “Songs for Eternity”, mentre domenica 3 febbraio al Teatro Bonci di Cesena e lunedì 4 febbraio alla Sala Santa Cecilia del Parco della Musica porta invece “Rendez-vous with marlene”, omaggio a Marlene Dietrich, l’attrice tedesca che furoreggiò in film come “L’angelo azzurro” simbolo di Berlino e della Repubblica di Weimar. Nel 1930 partì per gli Stati Uniti e durante la seconda guerra mondiale, si proclamò apertamente contro Hitler e andò a tenere spettacoli per le forze alleate contro la sua ex patria.
La Lemper ha scelto il titolo “Rendez-vous with Marlene” riferendosi a “una lunga telefonata deel 1988 tra la grande attrice e la giovanissima Ute a Parigi”, dove Marlene Dietrich viveva da reclusa dal 1979 e dove morì nel 1992.
Luca Rolandi