Tutti a tavola. Ma l’incontro, per il momento, non prevede cibo alcuno. Commensali solo per dieci minuti poi il suono di un gong a separare. Discorsi fitti e rapidi, dove si parte dandosi del lei e si finisce salutandosi con un amichevole tu.
La sede è un noto club filo fiume dove lo sport può coniugarsi bene con il business e non si deve far finta che non sia così, suggerisce Massimo Di Conza, responsabile marketing della struttura. Siamo alla prima edizione del Business Match e a organizzarlo è il club Ronchiverdi. L’idea, ci dice, è di far incontrare in modo informale ma utile i manager di importanti imprese cittadine.
Seduti uno di fronte all’altro, appena divisi da un piccola rete da tennis, sapranno o riusciranno a trovare punti di contatto? Da buoni piemontesi non si sbilanciano anche se, ascoltandoli, apprezzano l’iniziativa, il lato giocoso come quello di possibili opportunità.
I convocati erano venticinque, tra questi Gobino, Torino Fc, Jmedical, Fiat Auxilium, Sparea, Raspini, Leone Pignatelli, Vergnano, solo per citarne alcuni. Va detto che tutto il personale del club sfoggia un invidiabile vestito di Pignatelli e il caffè Vergnano ha la propria postazione all’interno della zona relax.
Madrina della manifestazione la grande coppa della Champions League, copia certificata di quella di Barcellona 2015, portata dall’ex calciatore della Juventus e della Nazionale Ciro Ferrara, testimonial d’eccezione del match.
La pausa pranzo è consegnata nelle mani a stella dello chef Marcello Trentin, titolare del ristorante Magorabin, che contribuisce alla buona riuscita per via di gusto, inchiodando i palati alla meraviglia di un risotto su cui troneggia una pagoda di tartufo nero.
I Rochiverdi si preparano a trasformarsi in un luogo d’incontro dal concept rinnovato, sport, bien vivre, un lusso non troppo ostentato e da febbraio i quattro cerchi dell’Audi sono il nuovo sponsor mentre si pensa di far diventare il business match un evento a cadenza annua.