Sono trascorsi soltanto undici giorni, troppo pochi perché il ciliegio dell’Auditorium si raffreddi dopo aver acclamato Isabelle Faust, tutta in dorato lamé e paperine, ed il suo Stradivari del 1704, insieme alla Gürzenich-Orchester Köln che per la prima volta a Torino ha suonato diretta dal quel fuoriclasse di François-Xavier Roth. Era il 13 febbraio e il programma di sala si apriva a ventaglio su Mendelssohn che compone per violino e la tempestosa quinta Sinfonia di Mahler.
Diverso per proposta ma simile nell’emozione il rendez-vous organizzato da Lingotto Musica previsto per domenica 24 febbraio.
A cavalcare il palcoscenico saranno dodici ambasciatori teutonici inviati direttamente da Berlino, tutti accomunati dallo stesso legno, grande, caldo e bruno. Orchestra nell’orchestra i 12 violoncelli dei Berliner Philharmoniker da quasi mezzo secolo si confrontano con un repertorio vastissimo, abbattendo le barriere dei generi musicali.
Staffette preziose di un ensemble che anticipa l’atteso appuntamento con l’intera orchestra dei Berliner Philharmoniker che il prossimo 2 maggio chiuderà la stagione e celebrerà i 25 anni di attività di Lingotto Musica.
Il programma della serata, che si svolge come di consueto alle 20.30, si compone di un insieme di pagine, eterogenee per epoca, organico (ovviamente eseguito perlopiù trascritto) e repertorio, rispecchiando le intenzioni del gruppo espresse dal suo portavoce Martin Menking: «In generale cerchiamo di offrire programmi trasversali, in modo che l’ascoltatore più serio sia obbligato a divertirsi, mentre quello meno impegnato possa confrontarsi con […] linguaggi più impegnativi».
Un viaggio intorno al mondo dunque, che condurrà il pubblico dalla Germania seicentesca del compositore David Funck alle temperate e seducenti sonorità latino americane di Astor Piazzolla, a cui sono dedicate numerosi brani presenti nella seconda parte del programma. Non mancano rivisitazioni del repertorio di tradizione europeo come il secondo brano di Antonín Dvořák (Lasst mich allein) o il celebre Valzer dalla seconda Jazz Suite di Dmitrij Šostakovič, così come escursioni nel repertorio della musica per film con il celebre tema dalla colonna sonora di Titanic composta da James Horner. Non mancano poi brani originali, scritti espressamente per la formazione, come il trittico di Boris Blacher Blues, Espagnola e Rumba philharmonica, composto nel 1972 come omaggio alla nascita del gruppo, oppure Die 12 in Bossa Nova di Wilhelm Kaiser-Lindemann e ancora Para Osvaldo Tarantino di Josè Carli.
Una fama conquistata apparentemente senza fatica quella di questa celestiale dozzina, sempre capaci di regalare novità e sorpresa.
Pier Sorel