Nato ad Atene nel 1967 in una famiglia di musicisti si impone sin da giovanissimo come una delle personalità più significative del violino contemporaneo, vincendo il Concorso Sibelius (1985), il Premio Paganini e il Concorso di Naumburg (1988), che lo proietta sui più prestigiosi palcoscenici internazionali.
Protagonista di una pluripremiata discografia e artista esclusivo dell’etichetta Sony Classical, salirà sul palco dell’Auditorium Giovanni Agnelli armato del suo Stradivari Willemotte del 1734 per un programma interamente dedicato al classicismo viennese. Un gradito ritorno è invece per Lingotto Musica quello della Chamber Orchestra of Europe, formazione fondata nel 1981 da giovani strumentisti fuoriusciti dalla European Union Youth Orchestra e attualmente costituita da circa sessanta elementi, tutti impegnati in carriere internazionali individuali come solisti o prime parti di orchestre nelle rispettive nazioni; sin dal principio, l’identità della COE è stata forgiata dalle collaborazioni con eminenti direttori d’orchestra e solisti, a partire da Claudio Abbado che ne è stato mentore fondamentale durante i primi anni, dirigendola in occasione di numerose incisioni discografiche – tra cui Il viaggio a Reims e Il barbiere di Siviglia di Rossini, Nozze di Figaro e Don Giovanni di Mozart, nonché lavori sinfonici di Schubert e Brahms – rimaste fino ad oggi un riferimento interpretativo.
In apertura il Concerto per violino e orchestra n. 3 in sol maggiore KV 216 di Wolfgang Amadeus Mozart, scritto a Salisburgo e terzo esemplare del corpus dei cinque Concerti per violino scritti in un’unico fiotto creativo nel 1775; la scrittura strumentale risente dello stile violinistico italiano, conosciuto dal giovane Wolfgang nel corso dei suoi vari viaggi e appreso grazie al magistero del padre Leopold, autore tra l’altro di un “Metodo” per violino rimasto a lungo testo didattico fondamentale.
Messo da parte l’arco Kavakos impugnerà la bacchetta per dirigere, sempre di Mozart, la Sinfonia n. 31 in re maggiore KV 297/300a «Parigi», scritta nella capitale francese nel 1778 su richiesta dei Concerts spirituels, una delle più antiche società concertistiche europee. Spazio a Ludwig van Beethoven nella seconda parte con la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 «Eroica». Scritta tra il 1802 e il 1804, l’opera ebbe una gestazione travagliata, lasciando dietro di sé una notevole quantità di abbozzi e correzioni, testimonianza del faticoso impegno creativo del compositore, alle prese con un’opera che avrebbe spezzato la continuità che le prime due Sinfonie, pur in misura diversa, mantenevano con il secolo di Haydn e Mozart. Intitolata «Eroica» dallo stesso autore, che in un primo momento aveva intenzione di dedicarla a Napoleone, è, con eccezione della Nona, la più lunga ed articolata di tutte le Sinfonie di Beethoven.