GazzettaTorino, ha deciso di raccogliere opinioni, pareri, punti di vista, sul futuro della città, rivolgendo sei domande, sempre le stesse, a persone impegnate a diverso titolo nella società, nella politica e nella cultura, su un tema rilevante del dibattito pubblico, a nostro avviso trascurato: la Torino di domani.
La città appare in questo momento, come si suol dire “sotto lo zelo di Abramo”, ossia pronta ad essere sacrificata senza sapere bene per chi o per che cosa. E noi, come Isacco, vorremmo che alla fine si salvasse.
Paola Gribaudo è il nuovo Presidente dell’Accademia Albertina di Torino ed editore. La ringraziamo per la partecipazione a Torino Domani.
Dopo un viaggio all’estero, al rientro la città e talvolta l’Italia tutta appare più piccola, bloccata, come fosse imprigionata dentro ad un incantesimo cattivo. Prova anche lei questa sensazione, e se la risposta è si da cosa reputa sia dettato questo sentimento.
Purtroppo la sensazione di città piccola e bloccata si ha anche senza rientrare dall’estero ma semplicemente da Milano.Torino ha un passato glorioso che riesce sempre a dimenticare troppo presto.Ha bisogno di reinventarsi ma per farlo bisogna smettere di lamentarsi e cominciare di più a fare squadra e a trovare i rimedi e non i difetti.
Il dibattito sul futuro di Torino, su cosa voglia divenire, cosa ambisca a rappresentare, quale tipo di identità desideri per se ed i suoi abitanti sembra inabissarsi e virare ad un pensiero che verte solo sui conti, sui debiti, sulle spese; una grande liquidazione dei progetti e dei sogni. Come siamo arrivati a questo?
Credo che una grande responsabilità, non solo a Torino, sia della classe politica che non ha visone! Ci vorrebbe più umanesimo e meno disumanesimo e poi i sogni aiutano a vivere!
Cosa sarebbe opportuno fare per ripristinare fiducia, grinta, carattere, alla città ? Trovare un modello da seguire, che so Amsterdam o Londra, per dinamismo e opportunità, o dobbiamo individuare e inventarci un’altra strada ?
I modelli da seguire si possono trovare nelle città che sono riuscite a superare le crisi identitarie, viviamo in un mondo che cambia a una velocità folle quindi dobbiamo cercare di percorrere le strade che già sono tracciate con grande professionalità e serietà e credere nelle nostre capacità che sono apprezzate in tutto il mondo.
Penso a tutte le eccellenze che ha Torino dal Politecnico, ai Musei, dalle Chiese, ai Parchi e alle competenze dei suoi cittadini. Tra poco infatti ci sarà anche il Polo delle Arti che è nato dall’unione dell’Accademia Albertina e del Conservatorio, una straordinaria opportunità per la città, un incubatore di creatività unico nel suo genere.
Non dimentichiamoci mai della nostra storia,Torino è stata la prima capitale d’Italia, è una città di grande fascino sabauda e austera, come la definiva De Chirico,”monarchica, fluviale e regolare che non è stata ancora inserita nelle meraviglie d’Italia ”
La politica possiede ancora la capacità di coinvolgere e costruire un’appartenenza, ha perduto la pietra focaia che accende passioni o, semplicemente ha smesso di usarla?
La politica ha profondamente deluso ,ci vorrà molto tempo per recuperare la fiducia.Mi auguro che chi continua a fare politica per passione riesca a comunicarla soprattutto alle nuove generazioni che mi sembrano totalmente assenti.
A cosa attribuisce il fatto e la responsabilità di non vedere e sottostimare le cose meritevoli e buone del nostro paese?
A una forma di provincialismo e di poca autostima che Torino deve scrollarsi di dosso.
C’è un libro, un film, o uno spettacolo teatrale, che a suo dire rappresenti al meglio il nostro tempo e prefiguri un indizio interessante per il domani ?
C’è un’opera di Goya che si intitola “Il sonno della ragione genera mostri”, la trovo attualissima anche oggi. E’la spinta all’uso della ragione e della riflessione per migliorare il mondo in cui viviamo in vista di un futuro migliore.