UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO
Dipartimento di Studi Umanistici
5 dicembre 2013
Sala Lauree ex Facoltà di Giurisprudenza – Palazzo Nuovo – Via S. Ottavio 20 – inizio ore 9.30
Programma Convegno (file pdf)
Nata negli anni ’80 negli Stati Uniti, l’ecocritica ha la funzione di indagare le relazioni tra ecologia e letteratura, partendo dall’assunto che a una crisi ecologica corrisponda una crisi culturale e sociale. Tuttavia, nell’affrontare la profusione di problemi emersi come conseguenza di più ampi conflitti della (post)modernità, i vecchi modelli occidentali si sono dimostrati sempre più inadeguati. Gli studi compiuti di recente sulla complessità del nostro tempo hanno più volte illustrato come, al fine di valutare le ambiguità di un mondo tanto incerto, sia preferibile scartare un approccio atomistico e modelli di ricerca centrati su alternative bipolari.
La rigidità di un simile processo risulta favorevole alla perpetuazione di vecchie dinamiche di separazione piuttosto che alla diffusione di una mentalità che si preferisce definire di ContaminAzione, ovvero di una graduale consapevolezza costruttiva di questioni fortemente problematiche affrontate da una molteplicità di prospettive. Ma se tale transdisciplinarietà scaturisce da un’idea fondante di “contagio”, questa non avrebbe effetti decisivi se non contemplasse anche una azione pratica, ovvero una partecipazione attiva di tutti gli agenti della collettività e in tutti gli ambiti dell’esistenza. La contaminazione, infine, è la più viva preoccupazione di un gruppo specifico di pazienti affetti da un’intolleranza alimentare permanente, ovvero la Celiachia, che coinvolge l’1% della popolazione adulta europea. Si stima, tuttavia, che per ogni paziente diagnosticato ve ne siano almeno dieci inconsapevoli della propria condizione, mentre in Italia le nuove diagnosi registrano un incremento annuo di circa il 10%, comprovando la gravità del fenomeno.
Unica malattia autoimmune di cui si conosca l’elemento ambientale scatenante, ovvero il glutine (sostanza proteica contenuta in molti cereali quali il frumento, l’orzo, il kamut, l’avena, ecc. e in buona parte degli alimenti non naturali presenti sul mercato), non trova ad oggi alcuna terapia medica e costringe il paziente a una rigorosa e costosissima dieta alimentare, sebbene in Italia sia riconosciuta come “malattia sociale” e il Sistema Sanitario Nazionale se ne faccia carico attraverso la distribuzione di buoni spendibili anche in alcuni supermercati. Anche di questo secondo tipo di contaminazione, di rischi ambientali e offerte di mercato si parlerà nel corso del Convegno con esperti dell’Associazione Italiana Celiachia, di Legambiente, e della Novacoop, sponsor, quest’ultima, della pubblicazione degli atti della giornata di studio.
La pubblicazione di American Grown: The Story of the White House Kitchen Garden and Gardens Across America (2012), il primo libro di Michelle Obama, richiama l’attenzione sul ruolo del cibo nella campagna salutista intrapresa dalla First Lady e nella vita culturale, politica, sociale ed economica americana. Il cibo, con la sua enorme carica simbolica, è l’anello di congiunzione tra corpo umano e natura, ma solo a partire dalla fine degli anni ‘70 studiosi di tutto il globo hanno cominciato a riflettere sulle relazioni tra sistemi agro-industriali, pratiche insalubri ed effetti sulla nostra salute. Da allora, la profusione di pubblicazioni, documentari e film sull’argomento ha rivelato con maggiore definizione i legami tra produzione del cibo da una parte e malattie genetiche auto-immuni, obesità infantile, cattiva distribuzione delle risorse, disuguaglianze sociali, danni ambientali e animali dall’altra.
Di tutto questo si parlerà al convegno “ContaminAzioni ecologiche: Cibi, Nature, Culture” attraverso un discorso transdisciplinare ed ecocritico.