Non si interrompe la fervente attività artistica e culturale del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino: martedì 15 ottobre doppio appuntamento con la kermesse del Premio Matita d’Oro e l’inaugurazione della mostra dedicata al fotografo-artista Giorgio Bellia.
Il primo è una “creazione” del MauTo, fortemente voluto dal suo presidente Benedetto Camerana: si tratta di riconoscimenti a personalità legate al mondo dei motori, siano essi tecnici, designer, ingegneri, progettisti o manager.
L’evento, giunto alla sua terza edizione, ha riscosso in poco tempo un importante interesse di pubblico, grazie anche alla conduzione brillante, dinamica e sarcastica del presentatore torinese Piero Chiambretti: un vero mattatore, in grado di trasformare un palco “istituzionale” e compassato in una serata divertente e spensierata ma dai forti ideali. Ma non è tutto: quest’anno Chiambretti ha avuto una spalla davvero d’eccezione, il designer Aldo Brovarone, classe 1926, una grinta da vendere, una vita in Pininfarina dove ha firmato alcune delle più belle auto di sempre (il prototipo della Ferrari Dino, la Ferrari F40, la Lancia Gamma Coupé), battuta pronta e mente geniale, lucidissimo.
Il premio principale, il “Matita d’Oro 2019 per il Design”, è andato a Marcello Gandini, uno dei grandi maestri dello stile automobilistico del ‘900 e non solo, il padre di auto come Lamborghini Miura e Marzal, Lancia Stratos, Alfa Romeo Carabo.
“Un talento rivoluzionario, che ha spaziato dalle supercar alle utilitarie prodotte in milioni di pezzi ai camion, agli elicotteri e alle due ruote, sempre innovando l’architettura del mezzo e semplificando i processi produttivi”, apprendiamo dalle motivazioni lette da Camerana, che consegna il premio alla figlia Marzia (il maestro non è potuto purtroppo essere presente a causa di una influenza improvvisa).
Seguono poi altri riconoscimenti: per l’ingegneria, alla memoria di Sergio Sartorelli, scomparso nel 2009, progettista di auto come Volkswagen Karmann Ghia, Ford Taunus, Fiat 127 e Ritmo, del quale al MauTo è stato recentemente donato l’archivio; per la fotografia a Giorgio Bellia, fotografo di fama internazionale, il preferito di Pininfarina che gli fece ritrarre le sue auto più belle, specialmente le Ferrari; premio “Avv. Agnelli” per l’innovazione ai giovani Ludovico Campana e Sergio Pininfarina, creatori del progetto TUC.Technology, un connettore modulabile che incrementa l’intero sistema elettronico dei veicoli abilitandoli alla digitalizzazione e a un’elevata personalizzazione; premio “Carlo Biscaretti di Ruffia” a Mauro Forghieri, Direttore Tecnico della Scuderia Ferrari dal 1962 al 1984, periodo durante il quale il Cavallino ha vinto 4 titoli Mondiali Piloti e 7 titoli Mondiali Costruttori di Formula 1: le sue straordinarie monoposto sono state guidate da piloti del calibro di John Surtees, Niki Lauda, Clay Regazzoni e Gilles Villeneuve.
Dopo la consegna dei premi avvenuta nell’auditorium del MauTo, gli ospiti si sono spostati nell’atrio del secondo piano, dove inizia l’esposizione permanente del museo, per l’inaugurazione della mostra di 55 fotografie di Giorgio Bellia: torinese, “talento che ha saputo restituirci una visione dell’automobile del tutto personale. Dalle opere selezionate emergono limpide la sua attenzione per i dettagli nella composizione dell’immagine e la sua passione per i paesaggi naturali. Nonostante l’estrema cura per le sfumature, non viene mai meno la spontaneità, colta grazie all’improvvisazione”, leggiamo sul catalogo. Il suo è un percorso di continua sperimentazione, avvenuta attraverso gli scatti per Pininfarina ma anche tramite i lavori “autonomi” che lo hanno portato a ritrarre Enzo Ferrari, Marcello Mastroianni, Steve McQueen e corse come la 24 Ore di Le Mans. Bellia sarà poi anche giornalista inviato per TuttoSport e Redattore Capo di Auto 70, creata a Torino dallo scrittore Giacomo Gaspardo Moro.
Oltre alle sue foto, nell’area espositiva attorno allo scalone centrale del museo, quattro auto rappresentative gli scatti più belli: la Ferrari 308 GTB, la Cadillac Allantè, l’Alfa Romeo Giulia Spider e la Dino 346 GT Coupé. La Giulia è la prima vettura ritratta da Bellia: “ce l’aveva il farmacista di Djerba, dove ero in vacanza. Feci posare accanto alla vettura una bella ragazza, la foto arrivò a Pininfarina e così nacque la mia attività”.
La Dino è invece uno dei suoi più grandi amori: “Le ho ritratte tutte, dalla Berlinetta Sperimentale alle Competizioni fino a quelle di serie in una infinita varietà di scenari”. La mostra è visitabile fino al 12 gennaio 2020.
Luca Marconetti