Gli automobilisti di Torino da ieri rischiano di finire nelle fauci ottiche del T-Rex / Red semaforico. Un dinosauro feroce e implacabile che attraverso un appetito senza sosta andrà a nutrire le insaziabili casse comunali.
Proprio la sosta, doverosa ai semafori, verrà sanzionata con cifre da cachet hollywoodiano, a chi non rispetterà il rosso. Posizionati negli incroci più frequentati questi T-Red, partecipano alla grande fiera della videosorveglianza di cui terribile profeta fu Orwell, il libro 1984 lo scrisse nel 1948 ed allora era quasi fantapolitica.
La vulgata amministrativa li propina come necessari ed educativi, insomma sono lì per il nostro bene.
Eppure a voler ripercorrere qualche momento storico in cui ai cittadini si propina una cura salutare, riemerge la Francia di fine ‘700 quando un Comitato di Salute Pubblica istituì, sempre a fin di bene, il famigerato Regime del Terrore.
A farne le spese di questo clima saranno gli automobilisti, nuove vittime di una giunta che ha dichiarato una guerra senza condizioni a chi si avventura per la città a bordo di un mezzo a motore. Come piccole Maria Antonietta, senza mai aver nemmeno citato una brioches, gli automobilisti verranno decapitati di punti patente, conti in banca e ci si chiede quando si apriranno le porte di un carcere nella Guyana francese, necessario quanto mai.
Così in questo mese di “frimaio” che copre il periodo dal 21 novembre al 22 dicembre, terzo mese del calendario rivoluzionario, il nostro comitato di salute pubblica in mano ad un assessore che forse si ispira a Robespierre, ed a un Comandante dei civich che indugia tra decisioni assolute e immediatamente ritratte, parte il regalo di Natale per il Comune.
Non proprio offerto deliberatamente da parte di quei cittadini, che nella città dell’auto, si ostinano a snobbare cicli, tricicli e monopattini, le bighe e i calessi sono allo studio, e salgono sulle loro vetture per compiere i peggiori peccati. Come recarsi al lavoro, portare i figli a scuola, andare a fare sport o raggiungere un cinema o andare a pagare la sosta davanti ad un ospedale.
Che poi i problemi veri della città vengano allegramente elusi, dimenticati, derubricati e rimandati sine die, sono questioni improprie e fuorvianti.
I quartieri e i parchi in mano allo spaccio sono problemi periferici essendo appunto in periferia, lo stato imbarazzante delle strade è un buco visuale solo di chi guarda la trave sulla carreggiata e non il fuscello, il verde che sale rigoglioso come un hippy capellone, è sotto sotto incompreso nella sua verticale bellezza senza dimenticare i flop continui e totali su quasi ogni azione legata ai trasporti pubblici.
Una locuzione latina, che proviene da Plinio il Giovane recita “Non multa sed multum” tradotta letteralmente, significa non molte [cose], ma molto [bene]. Il proverbio già conosciuto dagli antichi Romani, in sostanza sta a significare che è poco conveniente studiar molte cose, ma poche e bene.
Forse la città andrebbe studiata meglio, compresa meglio, addirittura amata meglio e di conseguenza organizzata meglio. Ma bisognerebbe saper studiare, comprendere, amare e infine organizzare. Utopia pura.
Per ora si sanziona, con tanti auguri di buone feste.