Da alcuni anni, la Chiesa valdese e la Comunità ebraica di Torino ricordano la stagione dello Statuto Albertino (le lettere patenti del 17 febbraio 1848 per i valdesi ) e il regio decreto del 29 marzo stesso anno per gli ebrei, che concesse ai sudditi e alle suddite di religione valdese ed ebraica i diritti civili, pur senza prevedere nulla in ordine alla libertà religiosa.
Questa consuetudine trae le sue radici dalla tradizione delle chiese valdesi che ogni anno ricordano con gioia e riconoscenza quell’evento e memori dell’importanza dei diritti civili, organizzano, nei giorni intorno al 17 febbraio (giorno della firma da parte dell’allora re Carlo Alberto di Savoia Carignano delle lettere patenti per i valdesi), una serie di eventi volti alla riflessione sulla libertà e sui diritti, soprattutto quelli negati. Negli ultimi anni tali eventi sono stati organizzati e condotti dalle due comunità religiose e dal Centro Culturale Protestante di Torino.
Per il 17 febbraio 2020 abbiamo il piacere di condividere l’organizzazione anche con l’AEC (Amicizia ebraico-cristiana) di Torino, presente sul territorio cittadino da oltre 40 anni. La FCEI (Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia) ha proposto a tutte le chiese della Federazione di utilizzare la settimana della libertà (quella intorno al 17 febbraio) per riflettere sul, purtroppo sempre attuale, tema dell’antisemitismo. Siamo molto lieti per il patrocinio della Amministrazione cittadina esteso a tutti gli eventi e per la condivisione da parte dell’assessore Giusta, sostenitore convinto della manifestazione.
Il programma per il 2020 prevede una conferenza pubblica alle ore 18 di giovedì 13 febbraio, nella Casa valdese, in Corso Vittorio Emanuele II 23, sul tema “Antisemitismo e musica”, con la partecipazione del prof. Enrico Fubini.
Nel pomeriggio di domenica 16 febbraio, sempre nella Casa valdese, è organizzato il convegno: “No all’antisemitismo, un impegno senza fine”, con la partecipazione di Betti Guetta (CDEC Milano Osservatorio Nazionale sull’Antisemitismo), Claudio Vercelli (esperto di Storia del Novecento e dei totalitarismi) e Maurizio Molinari (direttore de La Stampa). Modererà l’incontro Federico Vercellone, docente universitario e presidente del Centro Culturale Protestante torinese, che presenta nel modo seguente la necessità del convegno: “Il ritorno dell’antisemitismo è tutt’altro che casuale nell’attuale clima politico e culturale. Il web è il luogo su cui più frequentemente esso trova spazio ma è tutt’altro che raro in suo manifestarsi in altre forme, fino alla vera e propria violenza fisica.
Questa gravissima recrudescenza nasce dal senso di disorientamento e dalla vaga richiesta di radici il cui riscontro è per lo più negativo. Non si dice cosa si vuole ma cosa non si vuole; e non si vogliono innanzi tutto gli stranieri di ogni genere e grado, intesi come estranei o intrusi (non si sa bene perché) in una comunità di cui ledono i presunti principi. Non a caso è in corso anche una recrudescenza di ostilità nei confronti degli omosessuali che è affiorata anche in fasce colte della popolazione, e persino nel mondo universitario. I motivi storici per i quali l’ebreo veniva riconosciuto come diverso sembrano oggi quasi essersi perduti, anche, o probabilmente solo, per mera ignoranza, considerando che gli attuali protagonisti della vague persecutoria ignorano del tutto o quasi il passato.
Difficilmente qualcuno direbbe oggi che la sua avversione nei confronti degli ebrei dipende, per esempio, dal fatto che essi sono “deicidi”. Probabilmente non è pertanto sufficiente, anche se naturalmente sempre necessaria, un’educazione che metta a giorno l’insussistenza delle accuse nei confronti della popolazione ebraica. Con l’insegnamento si fanno indubbiamente passi importanti, ma l’illuminismo pedagogico non basta. Bisognerebbe riuscire anche a nutrire culturalmente e politicamente, in modo corretto, la sete di radici che emerge in modo tanto violento quanto disperante e disperato”.
Al termine del convegno sarà offerto alla cittadinanza uno spettacolo di e con Piero Nissim.
Sulla Mole Antonelliana proietteremo il nostro messaggio: “No all’antisemitismo”.