Nei lunghi giorni di isolamento domestico, ancora non è chiaro se in forza di legge o d’autorità, c’è chi tiene una grossa cosa tedesca su ruote immobile e silenziosa in garage e chi preferisce portarsela in casa, addirittura in salone e poggiarla su spessi tappeti antichi.
Non solo la tiene in casa ma le permette di fare baccano. O quasi.
La cosa tedesca, capolavoro di manifattura artigianale, di meccanica e di tecnologia, che la leggenda vuole nata in cucina ad Hartz nella Bassa Sassonia intorno al 1836 è un un meraviglioso Steinway a coda. A giocare con questo sontuoso micione è un torinese doc. Attilio Piovano. Docente di storia ed estetica della musica, musicologo dalla scrittura rigorosa per riviste e giornali, scrittore. Insomma un eclettico.
Avvezzo per abitudine a studiare, preparare lezioni e suonare nel sancta sanctorum della propria abitazione ha deciso di aprire garbatamente le porte del proprio studio e attraverso il web, con brevi video, raccontare passioni, aneddoti, biografie, colpi di genio e melodie addentrandosi in uno spaccato di quello che è il ricchissimo mondo della musica sinfonica.
Fedele a quel motto che è “ludendo docere” insegnare divertendo, Attilio, conduce il discorso spesso partendo dalla scrivania, dove da un libro delle lettere di Mozart o dai disegni bellissimi di Mendelsohn alla biografia dissipata di Borodin, esce dal confinamento e noi con lui, per portarci al pianoforte e dare vita a brani, commenti, arie, interi passaggi di partitura. Il meglio è arriva quando ci canticchia su o apre il coperchio del piano a coda e gli soffia dentro un vocalizzo per gioco e per vezzo.
Nessuno saprà mai quanti e chi sono coloro che lo ascoltano, molti amici certamente e suoi studenti, che commentano o utilizzano quel segno muto di sterili icone a cui Facebook ci ha abituati, per dimostrare apprezzamento. Colpisce quanto siano esigui ma imprescindibili gli strumenti per ottenere questi video deliziosi. Una voce, un pianoforte, libri, spartiti, un salotto, la regia dietro alla telecamera della silenziosa e paziente moglie del nostro.
Per creare questi preziosi messaggi in bottiglia Attilio utilizza tutto l’armamentario dell’uomo dell’800, la vituperata cultura materiale che nessun device contemporaneo può realisticamente sostituire o obnubilare.
Inoltre c’è un tratto di intimità elargita, la luce soffusa della casa che accoglie librerie, piante, il pianoforte e viene quasi naturale, cercare una poltrona per sedersi, estrarre la pipa e far brillare il tabacco e concedersi il tempo lento dell’ascolto; purtroppo bisogna farlo da casa propria e no, non è la stessa cosa.
Orfani inconsolabili di concerti dal vivo, del palpito delle grandi orchestre che muovono l’aria di teatri venerati, questi piccoli video viaggi confidenziali aiutano a sopportare l’idea di una primavera defraudata dal piacere della musica, nell’attesa di poter riempire nuovamente platee, palchi e foyer.
I video sono pubblicati sul profilo Facebook di Attilio Piovano così come sul canale youtube.