Sei domande quasi facili per coloro che concorrono alla carica di Sindaco per la città di Torino e dovranno conquistare il monopolio del suo cuore per venire eletti.
Ascoltiamo Stefano Lo Russo.
“Le monopole du coeur”, è stata una celebre espressione utilizzata da Valéry Giscard d’Estaing, recentemente scomparso, in un famoso dibattito televisivo con François Mitterrand.
Avendo deciso di candidarsi alla guida della città come immagina di poter rispondere alle aspettative che sono indubbiamente altissime.
Attraverso un nuovo progetto di Città che traguardi almeno a 10 anni. E’ attraverso i contenuti programmatici che si può dare una speranza di crescita e sviluppo a Torino. Ascolta, Progetta, Cambia Torino. Questo lo slogan che ho scelto. Racchiude quelle che, a mio parere, devono essere le dimensioni essenziali che dovrà avere la futura amministrazione. L’ascolto delle esigenze dei territori e degli ambienti sociali, la capacità progettuale, da ricostruire, e l’energia e la conoscenza dei meccanismi necessaria a mettere in pratica il cambiamento. Consapevoli che la situazione della Città è molto difficile.
Quali sono le cause e chi sono i colpevoli del declino che viviamo. Ma non solo, quanta parte di ognuno di noi è coinvolta in questa situazione.
Le cause del declino di Torino sono molteplici e direi che essenzialmente sono ascrivibili alla difficoltà di rendere flessibile al mutamento sociale ed economico i sistemi di funzionamento della Città e l’individuazione delle priorità. Probabilmente non si è stati abbastanza rapidi nell’individuare e interpretare il cambiamento e talvolta lo si è subito.
A quale modello di città è ispirato il suo impegno e cosa sta facendo per trasmetterlo nel modo più chiaro possibile.
Una visione, per non essere effimera, comincia dalla realtà. E la realtà ci dice che i prossimi anni saranno molto difficili. Una vera sfida tra la ripartenza e il declino. La crisi demografica, economica, sociale e culturale di Torino, i cui effetti sono acuiti dai mutamenti e dagli squilibri degli scenari internazionali e dalla più generale crisi del Paese, richiama alla responsabilità di uno sforzo condiviso per immaginare e costruire la Città che vorremmo avere tra 10 anni.
Sei sono le priorità sulle quali costruire la visione di Torino 2031 e sulle quali prendono corpo le azioni di programma: Salute, Lavoro e sviluppo, Sicurezza, Lotta alle diseguaglianze, Cultura e Turismo, Ambiente e spazio urbano. È su questi grandi temi che gli assi di intervento politico-amministrativi devono agire in modo cooperativo per trovare la strada necessaria al rilancio di Torino. L’impresa, la trasformazione fisica ed infrastrutturale, la cultura, la dimensione internazionale, il turismo, l’Università, l’innovazione e la ricerca, le politiche sociali.
Tre sono i grandi nodi di fondo da affrontare per sviluppare le iniziative: le risorse economiche, le competenze amministrative, la macchina comunale.
Due infine gli orizzonti dentro cui operare: quello nazionale, in cui una Torino forte di visione, concretezza e capacità realizzativa si possa offrire come parte della soluzione dei problemi del Paese e quello europeo attraverso lo sviluppo di progettualità e percorsi che rientrano nel grande piano per la ripresa Next Generation EU e che permettano alla Città di tornare a giocare un ruolo distintivo e protagonista anche a livello internazionale.
Torino deve cambiare stile, mentalità, modo di vivere e lavorare o no ?
È indispensabile cambiare scala e alzare il livello della prospettiva e del ragionamento. Avere oggi una visione per la Torino che sarà, significa prima di tutto promuovere un cambio di passo e confrontarsi con le prospettive di una Città che già possiede grandi potenzialità ma che è anche in cerca dell’opportunità di esprimersi in un quadro organico e sinergico di azioni.
Nel caso venisse eletto oltre ad uno staffi di tecnici e amministrativi, da chi si farebbe aiutare ? E nel caso ascolterebbe davvero i consigli di scrittori, artisti, visionari e irregolari di sorta.
Governare la situazione in cui si troverà la prossima amministrazione è una sfida da far tremare i polsi e non tutti, anche tra gli addetti ai lavori, hanno davvero la consapevolezza della situazione reale che si troveranno a gestire nel 2021. Sarà fondamentale la squadra, non solo il sindaco. Una squadra che dovrà essere scelta sulla base delle competenze, che sia energica, motivata, affiatata. E che abbia davanti un orizzonte di lavoro temporale adeguato. Saranno anni durissimi. Ma per questo anche sfidanti.
Su Netflix c’è una serie dedicata a Marsiglia e all’elezione del futuro sindaco con Gèrard Depardieu protagonista. Cosa ne pensa di come il cinema traspone e racconta il mondo della politica.
Penso che in generale il cinema quando si occupa di politica, rifletta abbastanza la realtà vera. Poi non tutto è come appare. Al cinema come in politica.
Stefano Lo Russo, è Professore Ordinario di Geologia Applicata presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino. È nato a Torino il 15 ottobre 1975. Laureato con lode in Scienze Geologiche nel 1999 all’Università di Torino ha conseguito un Dottorato di Ricerca in Geoingegneria Ambientale presso il Politecnico di Torino nel 2004.
Al Politecnico è stato Ricercatore Universitario dal 2007 al 2014 e Professore Associato dal 2014 al 2017. È membro della IAH (International Association of Hydrogeologists), EGU (European Geosciences Union), AIGA (Associazione Italiana di Geologia Applicata). Co-fondatore e componente del board di EST (Energy Security and Transition Lab) presso l’Energy Center del Politecnico di Torino.
Parallelamente al suo percorso accademico inizia il suo impegno amministrativo a Torino nel 2006 con la sua prima elezione in Consiglio Comunale nella lista dell’Ulivo. Nel 2011 viene rieletto nella lista del PD e diviene capogruppo in Sala Rossa. Durante il suo secondo mandato, nel 2013, viene nominato Assessore all’Urbanistica e alla Pianificazione strategica. Alle successive elezioni amministrative nel 2016 risulta il più votato e viene eletto di nuovo in Consiglio Comunale nelle liste del PD, assumendo nuovamente il ruolo di capogruppo consiliare.
Dal 2015 è Presidente della Commissione Politiche Abitative, Urbanistica e Lavori Pubblici dell’ANCI nazionale.