Caro Dante …
Caro Dante, non puoi neanche immaginare quanto sia importante per me scriverti in questo giorno speciale e quanto sia bello ripercorrere con te i momenti salienti della tua vita e della tua poetica. Non sono brava, ma cercherò di esprimere quello che provo quando mi accingo a leggere le tue opere e capire il tuo ampio pensiero.
E’ sempre emozionante. Sei riuscito ad incuriosire dotti e meno dotti, giovani ed anziani, uomini e donne. La tua spasmodica ricerca della verità e della conoscenza continua ad alimentare la cultura contemporanea, che si domanda spesso e incredula, che cosa tu abbia voluto dire attraverso i continui viaggi immaginari e poetici.
Non sei solo bravo, ma sei anche geniale! Nessuno mai è riuscito a descrivere attraverso la fantasia e con acume narrativo, un mondo vicino ma estraneo, ricercato ma occulto, amato ma forse anche odiato, auspicato ma anche allontanato. Chi sei?
Mi accingo a ricordare la Vita Nova e scopro un uomo innamorato e stupito della bellezza femminile, un uomo speranzoso e romantico, mite e compassionevole. Un uomo che, nel silenzio del cuore e delle parole, ha saputo vivere un amore semplice, chiaro ma impossibile. Un amore vero che molti vorrebbero sperimentare con la stessa delicatezza e passione, dedizione e sorpresa. Non sei l’unico e neanche il primo a dolersi per una storia sentimentale mancata ma, nel tuo rammarico e dispiacere, sei davvero incomparabile, perché non ti accontenti e vuoi che la tua amata donna, diventi eterea, angelica, immortale.
Riprendo il De Monarchia e rimango basita. Se solo i nostri uomini politici avessero letto con sincera attenzione quest’opera, avrebbero certamente capito quanto fosse importante la difesa del bene comune, il confronto e la continua serena collaborazione di tutti con tutti.
Certo, non parli apertamente di democrazia, ma nell’analisi delle situazioni storiche sei molto liberale e suggerisci un ragionamento logico e razionale per difendere il diritto sociale ed umano del cittadino, qualunque sia la forma di governo auspicata o desiderata.
Avremmo un mondo diverso? Forse.
Non siamo bravi a prevedere il futuro e neanche a comprendere il passato. Secondo te perché? Non ci conviene? Pensiamo di essere migliori? O di avere in mano le soluzioni per tutto e per sempre?
Tu ci insegni, invece, l’umiltà intellettuale, ci insegni quanto sia impegnativo fidarsi e quanto e perché sia necessario concedersi al dubbio, alla potenza dell’ignoto. Grazie Dante.
Grazie anche per averci ceduto il mondo simbolico e fantastico della Divina Commedia. Ogni verso regala all’uomo la tua storia, i segreti inconsci del tuo animo, della tua speranza e della tua fede.
Ormai, però, la Divina Commedìa è la commedia di tutti. Chi non vorrebbe essere lì con te a porre domande scomode sul tempo e sull’eternità, sugli angeli e sui santi, su satana e su Dio, sulla vita oltre la vita?
Che avventura e che onore sarebbe per noi poter conoscere i personaggi illustri di tutti i tempi, i grandi eroi della mitologia e poter rivivere insieme le loro personali e strabilianti vicissitudini! Paura? Sicuramente tanta, così come tanto sarebbe anche il desiderio di superare i propri limiti e di affrontare e vincere le proprie incertezze. Ma la volontà di andare avanti, non resta indietro!
Ti rivelo un segreto, caro Dante. Con te e come te abbiamo nel cuore un unico desiderio: amare e capire come meglio amare. Amare Dio, il mondo, l’uomo, ma soprattutto amare noi stessi. Tu in parte ci sei riuscito e in fondo è quello che volevi trasmettere.
Hai saputo osare e abbattere le barriere dell’indifferenza e dell’omologazione. Anche narrativa e poetica. E che cosa hai guadagnato? Forse niente, ma nessuno e riuscito a scalfire la tua dignità.
Caro Dante, ormai sei un punto di riferimento importante per tutti, perché i tuoi scritti ci insegnano ad equilibrare i tumulti interiori, a cercare una via di uscita, ad essere audaci nei pensieri e nelle scelte, a guardare sempre il cielo.
Il tuo cielo…
Maria Giovanna Iannizzi