Sovviene alla mente di ricorrere al verso Dantesco qui si parrà la tua nobilitate, ossia dimostrare le proprie capacità.
Ecco questo è ciò che non è avvenuto. Prevedere e agire in anticipo affinché un’opportunità importante come la gigafactory trovasse casa a Torino o in Piemonte invece di ricorrere fuori tempo massimo alla richiesta di un incontro con Mario Draghi, era ciò che ci si aspettava da chi ha sulle spalle la responsabilità del futuro dell’economia della regione.
Poteva non sortire effetto comunque, dopodiché oggi è tardi e, le cose sono state decise e non cambieranno. Treno perduto. Quindi suona davvero triste il tentativo della richiesta d’incontro con il Premier da parte del Presidente Cirio. E nulla vale l’irritazione sdegnosa del mondo industriale, anche se più che legittima.
Sarebbe stato opportuno fare rete, muoversi insieme, dimostrare quanto il sistema sia all’altezza del compito e quanto sia qualificato. Molto più che a Termoli. 
Tutto ciò evidenziato da un interessante incontro avvenuto nella sede dell’ILO organizzato dalla Regione Piemonte legato all’internazionalizzazione delle imprese.  Fustigato da una pioggia degna dei paese in cui si vuole arrivare a consolidare nuovi mercati, il convegno è stato molto partecipato e ricco di dati e analisi.
Dopo gli interventi dei relatori nella sala congressuale erano previste delle tavole rotonde all’aperto.
Fa pensare, lasciando interdetti, come si voglia affermarsi in Cina o in Asia se non si getta almeno uno sguardo al meteo della propria città, prima di allestire incontri en plain air. 
Di seguito il comunicato stampa.
Il 38% delle piccole e medie imprese piemontesi ,a causa della pandemia ha registrato una riduzione di fatturato tra l’1% e il 10%, ma nel complesso circa un quarto delle aziende attive ha registrato una piccola-media crescita. Almeno la metà si aspetta nel prossimo futuro di superare i livelli di export pre-crisi, il 70% ritiene positivo l’andamento della propria azienda all’estero. Sono questi alcuni dei dati emersi oggi al convegno ‘Piemonte per un futuro internazionale’ promosso dalla Regione Piemonte con Confindustria, Unioncamere Piemonte e The European House Ambrosetti, svoltosi al Centro Internazionale di Formazione dell’ILO a Torino.
L’ottimismo delle nostre aziende e il dinamismo del mondo delle imprese piemontesi che sono state rilevate durante questo incontro, – ha detto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, concludendo i lavori del convegno – conferma le potenzialità di questa regione nella quale, ed è quello che dobbiamo far capire agli investitori internazionali, conviene investire. Nessuna altra regione italiana offre un network come questo tra imprese, sostegno pubblico, università e innovazione. Lo dirò anche al premier Draghi nell’incontro che ho chiesto e che spero avvenga al più presto“. “
Venire in Piemonte conviene a chi investe. Guardando oltre alla delusione per Stellantis e alla discussione sulla sede del Centro per l’intelligenza Artificiale, la nostra regione deve intraprendere un grande piano di riqualificazione che coinvolga le quattro gambe del nostro futuro: l’auto, lo nascita del Parco della Salute, lo sviluppo della Città della Scienza a Grugliasco e della Città dell’Aerospazio – ha aggiunto il presidente Cirio -.
Eccellenze che rendono questa zona tra le più appetibili d’Italia e d’Europa per i grandi investimenti”. Competitività, innovazione e formazione sono i tre elementi prioritari per l’internazionalizzazione del Piemonte, come è emerso dai tavoli di lavoro di oggi.“ È specialmente in momenti come questi, segnati da una forte spinta alla transizione tecnologica e da mutamenti importanti dell’economia globale, che il ruolo delle istituzioni deve farsi parte attiva al fianco di imprese e imprenditori per guidare lo sviluppo dell’economia del territorio – ha affermato l’assessore regionale all’Internazionalizzazione Fabrizio Ricca -.
È nei momenti difficili che bisogna investire. Più export e più posti di lavoro per un Piemonte che torna grande. Quello che cerchiamo di fare anche grazie a eventi come questo, che promuovono il confronto tra attori di primo piano dell’economia locale e nazionale, è di elaborare tutti insieme delle strategie importanti per fare in modo che il mercato estero sia alla portata di chiunque voglia raggiungerlo. I dati sull’export piemontese, nonostante la pandemia, fotografano un tessuto produttivo vivo e vitale. A mio avviso possiamo fare ancora di più ma per capire come dobbiamo lavorare in sinergia, sfruttando competenze e risorse che ognuno di noi, in modo diverso, può mettere in campo”.
“Le aziende piemontesi hanno vinto la sfida più difficile di questa pandemia, mantenere la loro forte vocazione all’export. I nostri imprenditori stanno infatti avendo la conferma che investire su innovazione competenze e qualità, è stato determinante per proseguire ad avere successo all’estero. Questa è la via maestra per continuare a crescere. La nostra recente congiunturale ha confermato questa tendenza, con una maggioranza crescente di aziende che prevede aumenti del fatturato dall’estero, particolarmente nella manifattura, il cuore della nostra industria”. Lo ha detto Marco Gay, presidente Confindustria Piemonte”L’internazionalizzazione è un concetto ampio, che racchiude molteplici elementi: dall’import-export di merci ai servizi, dall’attrattività localizzativa verso operatori stranieri all’attrattività verso studenti stranieri, fino alla capacità di networking internazionale delle nostre istituzioni. – ha commentato a conclusione dei lavori Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte-
Il ruolo del Ceipiemonte, in questo contesto, è quello di rivestire un ruolo propulsivo di ingaggio delle imprese: occorre stimolare lo spirito imprenditoriale verso mercati e nicchie di prodotto dove potrebbero esserci maggiori margini di mercato. In collaborazione con la Regione Piemonte, il sistema piemontese delle Camere di commercio continuerà a mettere a fattore comune le proprie capacità di supporto alle aziende e la propria capillarità sul territorio per un gioco di squadra che riesca a essere più efficace e che permetta al nostro territorio di essere nuovo motore di sviluppo economico e sociale”