Anche il dizionario della cucina cambia. Dagli spazi fissi della ristorazione classica al concept delle moderne ghost kitchen che ospitano la realizzazione di più di un marchio al proprio interno, l’Italia sta entrando nella new age della cucina e il cambiamento qui da noi ha un nuovo nome: Foodprime.
Nata nei primi mesi di lockdown da un’intuizione dell’imprenditore Massimo Viola e dal suo socio e cofounder Alessandro Capellini, sbarcata in pochi mesi a Roma, e ora anche a Torino nella zona della stazione di Porta Susa, Foodprime è una delle prime cucine fantasma del nostro Paese: un ristorante a tutti gli effetti con chef dedicati e team di lavoro, ma senza tavoli e sedie. I piatti si consumano a casa come insegna la miglior tradizione del dirompente food delivery.
Per comprendere infatti la nascita di Foodprime e delle nascenti ghost kitchen, bisogna capire prima la portata della trasformazione che il sistema della ristorazione sta vivendo grazie all’avvento del delivery e degli ordini online. Solo nei primi 5 mesi di lockdown in Italia i nuovi consumatori digitali sono triplicati rispetto al 2019 raggiungendo oltre 29 milioni di persone. Per il food delivery, in particolare, il 2020 ha rappresentato un catalizzatore fortissimo che ha reso la consumazione a domicilio e l’utilizzo delle applicazioni online un gesto familiare per milioni di persone: circa il 25% dell’intero settore del domicilio in Italia è rappresentato dal mercato del digital food delivery che raggiunge ormai il 100% delle città con più di 50.000 abitanti, per un totale di oltre 40 milioni di utenti.
LA RIVOLUZIONE DELLE GHOST KITCHEN: FOODPRIME ARRIVA A TORINO
Per moltissimi ristoratori la ricerca di un’alternativa alla cucina tradizionale in grado di adattarsi ai ritmi e alle richieste di un mercato sempre più dinamico sta diventando una necessità urgente. Viola, già amministratore delegato di alcune realtà della ristorazione romana, ha deciso di affrontare l’improvviso cambio di orizzonti dovuto al lockdown abbracciando il cambiamento: “la parola chiave per varcare la soglia di questa nuova era è conversione. Da quì, una veloce quanto radicale trasformazione di alcuni ristoranti di mia proprietà a Roma. Il vecchio business doveva lasciare il testimone a qualcosa di nuovo, di più dinamico. Le ghost kitchen” continua Viola “avendo costi di gestione più bassi rispetto alle attività di ristorazione di tipo tradizionale, consentono sia di alzare i livelli di qualità dell’offerta, sia di vendere tutti i nostri piatti a un prezzo più accessibile”.
Le cucine fantasma di Foodprime, oggi, ospitano la produzione di ben quattro brand culinari: dal sushi al pokè, dal burrito alle piadine, ogni marchio conserva un suo spazio di cucina e chef dedicato mentre le consegne a domicilio avvengono tramite le ormai conosciutissime piattaforme di delivery come Just Eat, Uber Eats e Deliveroo. “Fondamentale per noi” ha sottolineato Viola “la qualità dei prodotti che selezioniamo e che deliveriamo, grazie a metodi di preparazione dinamici e in linea con i tempi sempre più accelerati”.
Proprio i ritmi sempre più frenetici richiesti alla ristorazione, secondo Viola, rappresentano il vero cambiamento destinato a produrre gli effetti più importanti all’interno del settore. “Ci aspettiamo una crescita sostenuta delle domande a cui parzialmente il mercato della ristorazione italiana sta già cominciando a rispondere ma, una volta riaperte le attività, molti locali si trovano e si troveranno sempre a dover gestire un forte aumento delle richieste di consegna a domicilio e al contempo di ristorazione fissa ai tavoli. Questo conclude potrebbe creare spaccature nell’elaborazione degli ordini delle cucine e, le ghost kitchen, attraverso la differenziazione e l’automatizzazione dei processi di lavoro destinati al delivery, garantiranno così la possibilità di fare una ristorazione nuova, più settorializzata, e più competitiva per l’Italia anche con l’estero”.