Hermès in the Making, un brand di eccellenza alle OGR di Torino
Alex Dumas, appartiene alla sesta generazione della Hermès– Dumas family ma per mantenere alta l’eccellenza di un brand ci vuole originalità e competenza artigianale.
Per dieci giorni alle OGR di Torino, nell’esposizione temporanea Hermès in the Making, dal 19 maggio al 29 maggio, proprio gli artigiani della rinomata maison parigina spiegano i mestieri che qualificano il prodotto Hermès come un raffinato accessorio dell’alta moda.
Le idee sono quel bene immateriale difficile da tradurre in costi però sono proprio loro, le idee a fare nascere prodotti che crescono di valore nel tempo tanto da consentire, ai potenti uomini d’affari al vertice del colosso del lusso, di spartirsi le quote azionarie. Un gioco di società monetaria a cui partecipano esclusivamente finanzieri e facoltosi imprenditori industriali, come John Elkann, Alex Dumas e Ajay Banga che detengono ruoli apicali e che dividono, in percentuale, i profitti ricavati dalle Holdign riunite di famiglie di bottegai, del primo novecento che, per la loro bravura, sono entrati nella storia dell’ alta moda e del prêt-à-porter internazionale.
La maison Hermès , oggi nel cda Exor , è proprio l’esempio di come le antiche tradizioni di maestranze artigiane, dislocate su tutto il territorio francese, siano diventate un unico marchio mantenendo immutato lo stile della casa madre, pur rinnovandosi nel tempo così da diventare un business globale per amatori e collezionisti.
Tante idee un solo brand nato nel 1837 quando Thierry Hermès, sellaio di Parigi, apre la sua prima bottega di finimenti da cavallo. Dal 1870 ancora oggi la casa madre si trova a Parigi in rue du Fauborg Saint- Honoré però una sagoma in legno della Francia, esposta alle OGR di Torino, indica i diversi luoghi di produzione delle materie prime e dei manufatti Hermès. Dal 1920 il nipote di Thierry Hermès, Emile Maurice Hermès, porta avanti la maison del nonno fino alla sua morte nel 1951 in cui subentrano alla direzione del brand Robert Dumas e Jean Guerrand.
Con loro cresce il valore aggiunto dei prodotti che non sono solo più un bene di necessità, ma una scelta di immagine uno status symbol sociale. La borsa Kelly che Grace Kelly sfoggia sulla copertina di Life nel 1956 , come il primo foulard policromo Hermès realizzato nel 1937 denominato “Jeau des Omnibus et Dames et Blanches” non sono solo moda ma arte artigiana di valore inestimabile.
Il ciclo di produzione di borse, valigie, guanti, cinture, orologi, gioielli, foulard, profumi, carte da parati, ceramiche viene raccontato alle OGR nei minimi dettagli sotto gli occhi dei visitatori incuriositi. Non solo le donne ma anche gli uomini amano i prodotti di alta gamma e la maison Hermès non fa distinzioni di genere.
Lo spazio delle Officine Grandi Riparazioni di Torino di quel color fumo di Londra evocativo l’ atmosfera tetra delle fabbriche di Manchester del primo novecento è illuminato di tonalità sgargianti in un girotondo di composizioni armoniche fatte di pannelli luminosi riproducenti disegni di carrè esotici intercambiabili di colore grazie ad un pulsante, di slot machine che nel circuito rotativo riproducono una costellazione di disegni fantasiosi firmati Hermès.
Le boccette aromatiche consentono di annusare il profumo dei pellami che un abile artigiano strapazza per realizzare finissimi guanti sottili come una seconda pelle facendo attenzione ad ogni minimo scarto per ricavarne cinturini, con fantasiosi intrecci decorativi.
Tra le curiosità in esposizione una torta nuziale di oggetti ricavati abilmente dagli scarti dei materiali che acquisiscono nuova vita, un cane bassotto ricavato dal cuoio della produzione di selle, un manico di borsa si aggancia ad un vaso in terra cotta, uno scarto di stoffa diventa un porta oggetti da tavolo. Un gioco da tavola spiraliforme, in legno con una pallina metallica, diverte adulti e bambini che concludono la visita con la foto di rito dentro un teatrino appositamente predisposto con un fondale logato sormontato da un’ altalena a forma di sella per ricordare che la bellezza è intorno a noi e basta saperla vedere.
Monica Pontet