I Consiglieri comunali di Torino chiedono alla Regione di liberalizzare la cannabis per fini medici, e al Governo di autorizzarne la produzione e la distribuzione.
Scelta coraggiosa e controtendenza.
“Vogliono legalizzare la marijuana? era ora!” Così festeggiano i cittadini torinesi sui social network.
La cannabis è senza dubbio la sostanza illecita più diffusa, oggi la chiamano per l’appunto “oro verde” non solo in Colorado, dove è stata appena legalizzata, ma anche nel resto del mondo. Ed a essere sinceri, il Piemonte non è certo un mondo a se stante, l’uso è ormai diffuso sia tra i giovanissimi, sia tra gli adulti.
Secondo uno studio delle Nazioni Unite, l’Italia è al secondo posto nella lista di Paesi con il più elevato consumo di cannabis al mondo. Da un sondaggio del 2012 risulta che più del 20% della popolazione ha fatto uso di questa sostanza e raggiunge il 27% per i giovani tra i 17 e 18 anni (il 16-17% dei quali ammette di averne fatto uso nell’ultimo mese).
La grande maggioranza dei Consiglieri comunali di Torino è risultata favorevole a concedere l’utilizzo di farmaci a base di cannabis, il primo firmatario dell’ordine del giorno è il radicale eletto nel Pd Silvio Viale, i voti favorevoli sono stati 24, tre i contrari e una astensione. Il testo chiede inoltre al Ministero della Salute di permettere la produzione in Italia di tali farmaci, in modo da diminuirne l’importazione. Nel testo vengono anche riportati gli esempi positivi del Veneto, della Liguria e della Toscana, regioni che hanno fatto alcuni passi avanti nella legalizzazione a scopo medico.
15 voti a favore, 13 contrari e 6 astenuti per l’ordine del giorno che recita: “attivarsi presso il Governo per superare l’impianto proibizionistico e dare il via alla legalizzazione della produzione e della distribuzione della cannabis – ferme restando – le normative repressive del traffico internazionale e clandestino di droghe, oggetto di convenzioni internazionali”. Primo firmatario dell’ordine è Marco Grimaldi, di Sel, quasi tutti gli esponenti del Pd tranne uno, hanno votato a favore, il sindacoFassino si è astenuto dal voto insieme ad altri 2, il Movimento 5 stelle ha votato a favore, divisi i Moderati, contraria la Lega.
Torino apre quindi le porte “all’oro verde”, il radicale Silvio Viale ricorda che già nel 1996 la Sala Rossa aveva votato un ordine del giorno, sono passati 18 anni ormai, ma la politica ha fatto l’opposto, ipocritamente.
Questo vuol dire che prima che si possa consumare, produrre e condividere tra amici la marijuana sul terrazzo di casa, come se si fosse ad Amsterdam, passeranno diversi mesi.
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