Non solo Regina dell’Italia unita, Margherita di Savoia un’ icona, una madre, una benefattrice. Visitando la mostra “Margherita di Savoia Regina d’Italia” nella Sala Senato a Palazzo Madama di Torino la prima impressione è quella di cogliere un’atmosfera di regalità d’altri tempi.
Quando scrutiamo la storia del passato vediamo che in essa ricorrono tratti di modernità anche se è trascorso un secolo da quei lontani fasti. La prima Regina dell’Italia unita, è figlia di Ferdinando di Savoia duca di Genova, eroe del Risorgimento e fratello del Re Vittorio Emanuele II. A soli sedici anni Margherita di Savoia sposa l’erede della corona, suo cugino Umberto I, e sale sul trono il 9 gennaio 1878. La sua influenza mediatica è la stessa che oggi riscontriamo per la Regina Elisabetta II d’Inghilterra, tempi diversi che accomunano due donne che hanno esercitato nei loro sudditi una riverenza spontanea e duratura.
Ancora oggi la Regina Margherita è ricordata non solo per la sua delicata eleganza e per la sua umanità sensibile e rivoluzionaria ma per essere stata una paladina della cultura. A lei è dedicato l’ospedale infantile di Torino, la villa che ospitava le figlie orfane dei militari, la pizza più famosa della cultura alimentare mediterranea. Iniziando la visita museale, al primo piano di Palazzo Madama, si è subito immersi in un’atmosfera evocativa di ricevimenti, balli e pranzi di gala di fine ottocento, negli anni in cui i Savoia si insediano al Quirinale di Roma. La giornata di una Regina di quel tempo è scandita da precisi cambi d’abito, non solo un’ esigenza di rappresentanza della casata più prestigiosa d’Italia ma un’abitudine epocale. Margherita come una influencer dei tempi moderni detta le tendenze dello stile, da mattino a sera.
Il negligè, l’abito da casa, da passeggio, per l’ora del te, per il teatro, per il ballo sono solo alcuni dei momenti in cui il vestito assume un ruolo istituzionale. Ogni momento della giornata è un appuntamento rigoroso del quotidiano anche per tutte le donne di fine Ottocenrto che vedono nella loro Regina un modello di eleganza a cui fare riferimento. Se il sarto di Margherita di Savoia è Charles Frederick Worth, il couturier parigino più alla moda, in tutto il regno e in particolar modo a Torino e provincia nascono piccole botteghe artigiane, sartorie specializzate con l’ausilio di sartine denominate “caterinette” un esplicito riferimento alla funzione protettiva evocata alla santa Caterina di Siena.
Donne che spesso trovano nel mestiere di sarta o modista la loro prima affermazione di auto sostentamento. La personalità regale dell’icona femminile di casa Savoia si manifesta nell’ attenzione rivolta alle donne più fragili e svantaggiate ma anche nella sua lungimiranza nel promuovere sviluppo e benessere per la Nazione. Indossando la moda del pizzo nelle toilette femminili e grazie al suo contributo, incentiva le attività delle scuole di arti applicate che trovano uno spazio di visibilità nelle Esposizioni nazionali, mostrando l’eccellenza della produzione manifatturiera e artistica italiana; guantini, ombrellini parasole, ventagli e cappelli diventano accessori indispensabili per accedere nei luoghi dell’alta società.
Così nascono botteghe artigiane in ogni ambito che si annoverano il titolo di servire la Real Casa sabauda, dalla ceramica per la tavola imbandita alle galuperie, del panettone più antico della storia italiana, per allietare il palato. Non solo gli abiti ma lo stile degli arredi Louis XV, le poltroncine capitonné e i mobili intarsiati di Piffetti diventano una moda e un modo di vivere la Belle Époque. Margherita riporta in auge anche l’uso decorativo incastonato come si vede nei manufatti della “Scuola per la lavorazione del Corallo”, istituita con Regio Decreto nel 1878
La Biennale di Venezia, l’evento fondato nel 1893 quale omaggio ai sovrani d’Italia per il loro 25 anni di matrimonio, è un appuntamento di grande attualità ancora oggi e quest’anno, fino al 27 novembre 2022, espone come tematica “Il latte dei sogni”. Margherita di Savoia è un escursionista, amante della montagna ma dopo l’assassinio di Re Umberto I, da parte dell’anarchico Gaetano Bresci avvenuto il 29 luglio 1900, decide di trascorrere gli ultimi anni della sua vita al mare, nella sua villa di Bordighera, fino al 4 gennaio 1926, l’ anno in cui la sua salma viene trasportata in treno per la sepoltura al Pantheon con un cerimoniale filmato dall’Istituto Luce.
L’eclissi solare del 14 gennaio 1926 segna nei cieli la morte della Regina d’Italia; a pochi mesi di distanza un’altra eclissi solare del 9 luglio annuncia la nascita della Regina degli UK, un passaggio di testimone tra due icone consacrate astronomicamente. L’allestimento, museale progettato dall’architetto Loredana Iacopino, coordinato da Maria Paola Ruffino, comprende diverse sezioni dedicate all’arte, alla letteratura, alla musica di Beethoven e Wagner, al maestro Marco Minghetti, statista della destra storica.
Le opere esposte saranno visitabili a Palazzo Madama fino al 30 gennaio 2023 e provengono dal Musée d’Orsay di Parigi, dalle Gallerie degli Uffizi – Palazzo Pitti, dal Palazzo del Quirinale e dal Museo di Palazzo Boncompagni-Ludovisi di Roma, dal Palazzo Reale di Napoli e dalla Reggia di Caserta, dai Musei Civici di Venezia, dai Musei Reali e dalla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, dal Polo Museale del Piemonte. Gli abiti appartengono alla collezione privata di Mara Bertoli curata da Massimiliano Capella.
Monica Pontet