Potenziali Evocati Multimediali”, – PEM – è stata fondata dall’entusiasmo dei giovani uscenti dalla Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino nel 2021.

Il rapporto che lega l’uomo alle sue opinioni non è sempre prevedibile; siamo intellettualmente regolati, eppure talvolta torniamo sui nostri passi. La nostra è una sedentarietà apparente. Diamo spesso un colpo di spugna alle nostre abitudini. Impariamo a gustare la pietanza che a lungo abbiamo detestato oppure mandiamo in soffitta passioni che ci hanno estasiato; un giorno rivalutiamo la persona che ci ha fatto il fegato amaro e così via. Per la nostra anima – o per i laici: la nostra psiche – non è diverso: le questioni più spinose vengono a galla. Ciascuno di noi ha segreti che – anche i più inoppugnabili – si fanno d’un tratto sopportabili.

Tanto che abbiamo imparato la lezione: diciamo “lascia fare al Tempo”, e confidiamo nella sua buona lena finché non arriviamo a sorridere di traumi, tradimenti e vuoti. D’un tratto scopriamo che possiamo prenderli con distacco, leggerezza: perfino scherzarci sopra.

A teatro a volte viene facile, poiché la vita sul palco è più “concentrata”. Se ne può fare esperienza per mezzo del “Risveglio di primavera” (1891), che “Potenziali Evocati Multimediali” ha portato sul palco del “Teatro dei Ragazzi e dei Giovani”, dall’1 al 3 febbraio. Lo spettacolo di Gabriele Vacis, con le scenofonie di Roberto Tarasco, è tratto dal testo di Frank Wedekind, – ”inventore dell’adolescenza” – ed è stato seguito anche dai membri del reparto di Neuropsichiatria dell’”Ospedale Regina Margherita”.

Il "Risveglio di primavera"


Questa levità non va confusa con la semplicità, talvolta frivola, degli adolescenti. Certamente, da giovani, siamo acerbi e irrisolti; sembriamo comici, a causa della nostra goffaggine; nascondiamo il nostro imbarazzo sotto squittii e risatine.

Chi non ricorda il disagio della prima lezione di anatomia, oppure la prima lettera d’amore? Ci vergogniamo della nostra curiosità come chi osserva gli altri dietro lo stipite della porta. Nell’adolescenza ci sono, invece, prove crudeli. Vi si scopre la Natura traumatica e incombente, che si accanisce sui corpi. “Risveglio di Primavera” è una tragedia di bambini, poiché questi, all’arrivo dall’infanzia, fanno esperienza della tragedia.

L’adolescenza è la patria originaria dei traumi: i nuclei tragici sono le trasformazioni che vi si attraversano, e per immaginarli non sono più eloquenti Telemaco o Elettra; né, tanto meno, Lazarillo o Tom Jones. La formazione segue la scoperta del Mondo e della Sessualità, come in spietati rituali di passaggio.

Da dove proviene, dunque, la leggerezza di questa messa in scena? “Potenziali Evocati Multimediali”, – PEM – è stata fondata sull’entusiasmo dei giovani uscenti dalla Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino nel 2021.

Questo “Risveglio di primavera” è stato il loro saggio di diploma. Da allora una compagnia è sorta: crediamo che questo spettacolo possa esorcizzare il destino dei suoi personaggi – Melchior, Moritz, Wendla, Ilse – e indicarne un altro: la dolce apertura in cui ci libriamo all’indomani degli esami, delle sentenze e delle decisioni che ci formano. 

Fabrizio Artero